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Confidenza

2024
REGIA:
Daniele Luchetti
CAST:
Elio Germano (Pietro Vella)
Federica Rosellini (Teresa Quadraro)
Vittoria Puccini (Nadia Labaro)

Il nostro giudizio

Confidenza è un film del 2024, diretto da Daniele Luchetti

“Amore e Paura”. Idealmente e concettualmente si parte da qui, ossia da una dicotomia che però tale non è. Daniele Luchetti torna dopo Lacci a trattare e trasporre l’opera di Domenico Starnone, autore preminente della nostra letteratura contemporanea, anche e non solo per le teorie che lo vogliono essere, insieme alla moglie Anita Raja, il volto e la penna che si celano dietro l’identità di Elena Ferrante. Stavolta ci permettiamo però di asserire che il compito è tra i più insidiosi della sua carriera di regista. Anche perché Confidenza è a tutti gli effetti un dramma sentimentale che accoglie dentro di sé elementi ben identificabili del thriller psicologico. Un kammerspiel tensivo e tormentato che porta ad un costante aumento della tensione e, quindi, della paura. Partendo dal pretesto del titolo ed evidenziandolo bene, il film di Luchetti cerca di giocarci e di renderlo appunto cinematografico, sebbene le fortune risultino alterne e la direzione non trovi un terreno abbastanza profondo dove mettere salde radici.

“Amore e Paura” è l’incipit di Pietro Vella (Elio Germano) in una delle tante lezioni di letteratura da “prof moderno” ai suoi studenti. Tra questi c’è Teresa Quadraro (un’ambigua Federica Rosellini), la più intelligente e dotata della classe, che gli lancia sguardi languidi. Un anno dopo la maturità, i due si ritrovano e iniziano una relazione destinata a trovare molti ostacoli. Proprio per questo la ragazza propone all’uomo di compiere un importante quanto singolare passo: per legarsi indissolubilmente, entrambi si confideranno un segreto che non hanno mai avuto il coraggio di rivelare a nessuno. Lo scambio avviene, ma i due prenderanno comunque strade diverse. Lui si sposerà con una collega e diventerà uno scrittore di successo, lei si trasferirà in America e diventerà una celebre matematica. Pietro però, pur col passare degli anni, rimarrà ossessionato dal timore che Teresa possa un giorno rivelare a tutti quello sporco segreto e rovinargli la reputazione. Ha così inizio il gioco al massacro, che vede il pavido protagonista spesso messo dinanzi, anche involontariamente ed inconsapevolmente, a questa paura nata dall’amore. Naturalmente, sperando di non sconfinare nello spoiler o di non togliere un punto d’interesse al film, la confidenza non si distoglierà mai dalla funzione di pretesto. Il punto, insomma, è stabilire quanto i rapporti più intimi avuti nel passato siano fondanti della nostra esistenza e ne condizionino il proseguimento.

Luchetti si avvia verso questa strada, aiutato dal buon lavoro degli interpreti e dall’ipnotica e immersiva colonna sonora firmata da Thom Yorke, già apprezzatissimo in quella del Suspiria guadagniniano. Pur conducendo la storia in modo coerente, gli sono tuttavia imputabili l’abuso di certi meccanismi narrativi (su tutti, i colpi di scena che poi si rivelano solo immaginati da Germano) e delle atmosfere che cambiano troppo repentinamente da rarefatto a grottesco, da puro dramma a ironico. E lasciando pur stare, con buona pace, il trucco prostetico esasperato per invecchiare (e imbolsire) i protagonisti, ciò che contribuisce a rendere Confidenza mediocre è, in effetti, il voler essere più tèsi che racconto. Con un finale che, nei suoi diversi finali, perde definitivamente la maniglia, pensando di consegnarci l’incompiutezza ma che invece ci lascia nell’inconcludenza. E non perché eravamo curiosi di sapere.