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Christmas Zombies

2020
Titolo Originale:
Christmas Zombies
REGIA:
Ashley Hays Wright
CAST:
Ashley Hays Wright (Mrs. Claus / Cpl Snowflake)
David Owen Wright (Mr. Santa / Stuffy)
Gary D. Clark (Captain Missile-toe)

Il nostro giudizio

Christmas Zombies è un film del 2020, diretto da Ashley Hays Wright.

Francamente non ci sono parole. E anche se ce ne fossero, probabilmente non basterebbero a render conto della profonda insulsa follia che si cela dietro a Christams Zombies. Una sonora boiata? Più che di sicuro. Un innocuo scherzettone natalizio confezionato in allegria con amici e parenti? Certo che sì. L’ennesima amatoriale avventura della conturbante quanto filmicamente inabile Ashley Hays Wright? Non ci sono dubbi. Per chi ancora (giustamente) non conoscesse tale maldestra operatrice dell’audiovisivo basti sapere che la nostra, fondatrice assieme al marito David Owen e ai figlioletti Scout, Jaina e Cadence della ben poco celebre Wright Family Films, da circa un paio d’anni, oltre a spiattellare ai quattro venti la propria bigottissima adorazione per il buon Gesù, pare essersi data alla pazza filmica gioia, producendo e confezionando a ritmo di record filmetti pacchianamente artigianali, nei quali fanno bella mostra conoscenti e consanguinei di ogni risma. Non è per ora dato sapere tramite quale misteriosa intercessione divina tali prodottui riescano anche solo a vedere l’ombra di una distribuzione, ma sta di fatto che, dopo roboanti titoli del calibro di The Badge, The Bible and Bigfoot, Fighting Chupacabra and Cartel in Mexico, Halloween Hero e The Exorcism in Amarillo, ecco giungere l’immancabile sola all’ombra del vischio, sapientemente imbastita con l’ormai cialtronesco spirito naif che tanto sembra aver fatto la fortuna della factory Wright e dei suoi folli fedelissimi.

Ci fu una notte, prima di Natale, di silenzio e oscurità, durante la quale nessuna creatura si muoveva. Tranne… gli zombie natalizi!”. Questo l’incipit di un alquanto atipica favoletta narrata da un papà (David Owen Wright) alle sue tre figliolette, le quali, così come gli stessi spettatori, si domandano giustamente che cacchio ci possano mai azzeccare i famelici redivivi con la celebrazione della nascita del Redentore. Ed è su questo straniante quesito che il vero succo acido di Christmas Zombies si riversa, traghettandoci in quella che pare una bambinesca soap opera da Disney Channel con tanto di pacchianissimi fondali digitali in green screen, davanti ai quali l’intera famigliola Wright e qualche amichetto di fiducia si muovono maldestramente per un’interminabile oretta nel tentativo di mettere in scena, con puro spirito casalingo, la storiella del cinico e scorbutico elfetto Stuffy (sempre David Owen Wright), desideroso più che mai di entrare a far parte della security privata di Mr. Santa (David Owen Wright come sopra) e Mrs. Claus (Ashley Hays Wright) ma costretto, da oltre dieci anni, a riempire di paglia e cotone bambole di ogni tipo. Allontanato dal covo di Babbo Natale a causa del suo carattere decisamente poco festaiolo, il nostro cazzutissimo e incazzatismo Legolas inizierà a covare una tremenda vendetta, costruendo un esercito di pupattoli e peluche zombie con cui dare filo da torcere ai suoi felici ex datori di lavoro, i quali saranno costretti a ingaggiare due letali agenti segreti (i coniugi Wright sempre tra i piedi) per difendere la loro natalizia pellaccia.

Se si ha la fortuna di entrare quanto prima del mood farsesco, sconclusionato e decisamente poco cinematografico di Christmas Zombies, allora non è detto che ci si possa persino divertire quel tanto che basta per non mandare sonoramente a quale paese la cara Ashley e tutta la sua sbarellata combriccola. In caso contrario, beh, non saranno certo gli indecenti siparietti rap o le desolanti performance attoriali a farci proseguire nella visione per più di qualche decina di minuti. Se infatti, da un certo pallido e remoto punto di vista, sembra di avere a che fare con un prodotto volutamente cialtronesco e amatoriale come potevano ad esempio apparire Le avventure di Sharkboy e Lavagirl o Il mistero della pietra magica, a differenza dei divertenti flopponi di Rodriguez qui il livello generale è più vicino a quello di un home movie imbastito da cinefili nipotini imberbi per essere mostrato a genitori e nonni pazienti durante la natalizia vigilia, con il solo obiettivo di realizzare un qualcosa di divertente tutti quanti assieme per il puro spirito della goliardia. Il vero problema è che questo film, così come molti altri del catalogo Wright Family Film, al posto di rimanere ben occultato fra le quattro mura di coloro che lo hanno concepito e precipitosamente messo in scena, viene inconcepibilmente distribuito in lungo e in largo senza il ben che minimo ritegno, finendo per capitare – si spera casualmente – tra le grinfie di gente come noi che, in condizioni di normale sanità mentale, non si sognerebbe nemmeno di prenderlo in minima considerazione. È pur vero che a Natale si è tutti più buoni e si è disposti a dar credito anche a chi non se lo meriterebbe affatto. Ma dinnanzi a un film – o presunto tale – ideato e scritto da un bambino di neanche dodici anni che ha l’ardire di congedarsi ricordandoci non solo che il buon Dio ci benedice tutti quanti ma che è suo figlio Gesù il motivo di ogni cosa, beh, diciamo pure che non ci si può certo aspettare di sviluppare una qualche particolare benevolenza. E tutto il resto certo non aiuta.