Chris the Swiss è un film del 2018, diretto da Anja Kofmel.

Il passato è una gran brutta bestia, di quelle fameliche e impietose che ti si attaccano addosso per consumarti lentamente e con gusto. Ne sa qualcosa Anja Kofmel, coraggiosa cineasta svizzera chiamata a fare i conti, mediante la propria arte, con una pagina oscura della propria esistenza e della Storia tutta. Attraverso la formula di un documentario d’inchiesta capace come pochi di toccare i delicati terreni della poesia, Chris the Swiss – in concorso nella sezione “nuovi sguardi” dello Sguardi Altrove Film Festival – vede la stessa regista impegnata in un tribolato viaggio nel cuore pulsante dell’ex Jugoslavia, per tentare di fare un poco di chiarezza circa la misteriosa sorte del cugino, reporter di guerra deceduto durante i caldissimi scontri balcanici di metà anni ’90. Miscelando con garbo e lucidità la realtà oggettiva – rappresentata da immagini di repertorio e filmati di viaggio – con una reinterpretazione intima e soggettiva dell’accaduto attraverso stupende tavole animate ad acquerello, la regista ci trascina di peso nel mezzo di un dramma che dal suo particolare si allarga al nostro generale; dalla vita alla Storia, dal singolo al collettivo. Richiamando la spietata capacità di opere come Valzer con Bashir e Persepolis di mostrare senza filtri la crudezza della guerra mediante un tocco grafico limpido e a tratti quasi infantile, la pellicola vive del duro contrasto fra la voce over della protagonista, intenta a rielaborare il proprio percorso di ricerca mediante un’auto analisi, e i dialoghi fittizi fra i personaggi di questo dolente cartone animato parallelo, nel quale l’immaginazione viene lasciata libera di dipingere tutti i presunti accadimenti attorno a una figura ormai sbiadita nel ricordo. Verità e ipotesi, realtà e immaginazione. Questo è Chris the Swiss: un diario di viaggio che si fa, anche e soprattutto, indagine della e nella memoria.