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Chaos Walking

2021
REGIA:
Doug Liman
CAST:
Daisy Ridley (Viola Eade)
Tom Holland (Todd Hewitt)
Mads Mikkelsen (Mayor Prentiss)

Il nostro giudizio

Chaos Walking è un film del 2021, diretto da Doug Liman.

Nell’anno 2257, gli uomini del pianeta New World sono vittime del Rumore, una condizione che rende possibile a chiunque di ascoltare e vedere i pensieri degli altri. Todd (Tom Holland), un ragazzo del nuovo mondo che ancora non riesce a padroneggiare il proprio Rumore, trova Viola (Daisy Ridley) nella foresta, che è appena precipitata con un’astronave proprio nei pressi di un villaggio culturalmente misogino e abitato da soli uomini. Per Todd, infatti, Viola è la prima donna della sua vita e sarà disposto a tutto per difenderla dalla ferocia degli uomini. Tratto dal primo capitolo della trilogia firmata da Patrick Ness, il film di Doug Liman (The Edge of Tomorrow) è, essenzialmente, un teen-action distopico fuori tempo massimo. Sono ormai passati anni dai vari Hunger Games, Maze Runner, Divergent e questo non sembra il momento adatto per tornare ad insistere su una tendenza commerciale che ha già dato abbastanza. Gli ingredienti del genere sono sempre gli stessi, e non manca lo schema più importante, quello che vede un lui e una lei legati da un rapporto ambiguo e spesso conflittuale, ma comunque uniti nel resistere al sistema sociale e pronti a combattere contro il potere costituito.

D’altronde, la distopia Young Adult ha sempre rappresentato, per Hollywood, il luogo in cui poter esercitare un meccanismo sofisticato del “realismo capitalista”, cioè l’anticapitalismo gestuale, che inscena la nostra voglia di sovversione per noi stessi, dandoci al tempo stesso la possibilità di consumare impunemente. In Chaos Walking la novità sta nel riportare sullo schermo i pensieri del protagonista, che risuonano spesso come un’eco delle sue parole, oppure entrano in opposizione con ciò che dice, rivelano pulsioni e repulsioni elementari, ma si tratta sempre di idee veloci, frasi lampo. Il tentativo di rendere realisticamente la voce della nostra mente porta qui a non scavare nell’inconscio, o a districarsi tra le divagazioni del pensiero, ma si resta sempre in superficie, dove le idee sono prevedibili, evitabili. Mentre la rappresentazione visuale del “rumore” è piuttosto convincente, con i pensieri che si manifestano come un fumo traslucido e colorato che offusca la vista. Ma in generale, ascoltare costantemente i pensieri del protagonista è estenuante.

Per il resto, qualche colpo di scena c’è, le scene d’azione sono spesso avvincenti, ma non mancano all’appello tutti quei difetti tipici di una saga studiata a tavolino; la tensione amorosa tra i due protagonisti, per esempio, non viene mai risolta, perché il finale aperto tende già verso un improbabile seguito. La promessa (o minaccia) di un secondo capitolo, infatti, si compierà difficilmente. Il box office statunitense parla chiaro al riguardo: in più di un mese, il film ha incassato circa 12,5 milioni di dollari, al fronte di un budget di 100 milioni. La freddezza con cui è stato accolto dalla critica e l’indifferenza del pubblico di riferimento hanno già confermato Chaos Walking come uno dei primi, grandi flop dell’anno, senza quindi ripagare gli enormi sforzi produttivi e le difficoltà di distribuzione. Le prime riprese, infatti, si sono divise tra Canada, Scozia e Islanda nel 2017, mentre le riprese aggiuntive, dirette da Fede Alvarez, sono slittate al maggio 2019.  Gli impegni di Daisy Ridley e Tom Holland, occupati rispettivamente con le saghe di Star Wars e Spider-Man, hanno così diluito i tempi di lavorazione e, insieme all’insorgere della pandemia, hanno contribuito a far rilasciare il film dal marzo 2021, in uno dei momenti più critici per il cinema in sala. Ma forse tutto questo è un segno. Forse per Hollywood è davvero arrivato il momento di lasciar perdere la distopia Young Adult.