Featured Image

Capture Kill Release

2016
Titolo Originale:
Capture Kill Release
REGIA:
Nick McAnulty, B.A. Stewart
CAST:
Jennifer Fraser (Jennifer)
Jon Gates (Gary)
Farhang Ghajar (Farhang)

Il nostro giudizio

Capture Kill Release è un film del 2016, diretto da Nick McAnulty e B.A. Stewart

Di fronte a un’opera come Capture Kill Release si sarebbe tentati (quanto mai erroneamente) di bollare l’intera operazione come l’ennesimo asfittico e pretenzioso found footage di genere come tanti (troppi) che da oltre un decennio e più intasano senza sosta le programmazioni cine-televisive. Sorprendentemente, invece, il progetto imbastito a quattro mani da Nick McAnulty e B.A. Stewart appare come una gradita sorpresa, presentandoci una sincera – e a suo modo originale – videocronaca delle crude e spietate prodezze di due aspiranti serial killers in erba (Jennifer Fraser e Jon Gates) intenti a documentare minuziosamente il reperimento del materiale necessario a compiere i propri terribili misfatti, mossi in realtà da nessuna motivazione specifica che non sia la semplice frenetica curiosità per l’atto estremo dell’omicidio. Attraverso un impianto estetico e narrativo che impiega l’effetto-realtà del POV per rendere partecipe lo spettatore alla gelida escalation dell’atto preparatorio (e conseguentemente effettivo) del delitto senza scopo – come nel glaciale didascalismo minimale del Benny’s Video di Haneke – l’epopea di questi sadici Bonnie e Clyde viene presentata attraverso un rapporto simbiotico di dominazione (Lei) e di sedotta sottomissione (Lui) da fare invidia ai più dotti manuali di criminologia.

dentro 1

Insistendo continuamente sulla natura innocentemente e terribilmente “normale” che la privazione della vita acquista per i due esecutori, mossi esclusivamente dalla volontà di evadere dalla noia del quotidiano e richiamando dunque alla mente più finemente cinefila quel morboso rapporto che già si respirava all’interno di quel piccolo capolavoro che fu La sanguinaria di Joseph H. Lewis. La principale e più evidente matrice di riferimento per Capture Kill Release la si ritrova ovviamente nel celeberrimo Il cameraman e l’assassino, in particolare per l’utilizzo dell’espediente pseudo-documentario che impiega il formato di cine/tv-verità – qui declinato attraverso l’ormai consueta formula del filmino domestico amatoriale – per illustrare le gesta dell’omicida al lavoro, il tutto ovviamente passando attraverso l’estetica da snuff movie dei Guinea Pig capace di mettere in scena l’autentica pornografia della tortura (e del conseguente smembramento corporeo) fino a giungere alle scorribande di celebri coppie omicide del grande schermo come gli Amanti criminali di Ozon piuttosto che i Natural Born Killers di Stone.

dentro 2

Non va infine sottovalutata una certa attinenza fra l’agire psicopatico – ma orribilmente “normalizzato” – dei protagonisti e le vicende biografiche di alcuni famosi rappresentati della cronaca nera di area caucasica. Con una particolare attenzione al serial killer russo Anatoly Slivko (divenuto famoso come uno dei primi assassini a documentare su pellicola le proprie pratiche) e i tristemente famosi maniaci di Dnepropetrovsk, coppia ucraina responsabile di feroci omicidi immotivati in seguito diffusi sul web e diventati presto virali. Capture Kill Release ci immerge direttamente nell’era del delitto 2.0 privo di qualunque labile motivazione, dove ogni piccolo evento, indifferentemente dalla propria natura più o meno eccessiva o moralmente raccapricciante, sembra necessitare di una qualche forma di documentazione audiovisiva (meglio se dilettantesca) resa fruibile ad un ampio pubblico mosso da ossessioni voyeuristiche e di fatto complice di ciò che sta morbosamente osservando.