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Calvario

Titolo Originale:
Calvary
REGIA:
John Michael McDonagh
CAST:
Brendan Gleeson (Padre James Lavelle)
Chris O'Dowd (Jack Brennan)
Kelly Reilly (Fiona Lavelle)

Il nostro giudizio

Calvario è un film del 2015, diretto da John Michael McDonagh.

Calvario parte in maniera tosta: nel buio raccolto del proprio confessionale, padre James (Brendan Gleeson) diventa testimone auditivo delle violenze subite da un fedele all’età di 7 anni da parte di un omologo tunicato, ormai defunto. Non avrebbe dunque senso per il latore delle sevizie accusate vendicarsi del prete cattivo e tanto più defunto, ma piuttosto infliggere la morte a quello buono e innocente. Tempo rimasto a padre James: una settimana. La pellicola procede dunque assecondando tale scansione temporale: il prete sa di chi si tratta, ma è vincolato dal sigillo sacramentale; decide allora di trascorrere gli ultimi giorni della propria esistenza stando vicino a chi più ne abbisogna: a cominciare dal rapporto interrotto con la figlia Fiona (Kelly Reilly, scarmigliato crine fulvo, polsi tagliati, fascino inquieto e malinconico), avuta dalla moglie prima della vedovanza e della conversione.

Poi tocca alla comunità di cui è pastore, un microcosmo sordidamente egoista, una congerie umana che preferisce la birra del pub al vino dell’omelia, che sniffa e danza il jive: dal macellaio cornuto, al meccanico nero, al cinico dottor Frank, con la passione per le vedove, alle carenze sessuali dell’incerto Micheal, al consigliere finanziario che stimola epifanie urinando su tele d’autore, al lussurioso sodomita che gli procura una pistola, con la quale probabilmente la farà finita un vecchio scrittore che vive recluso. C’è qualcuno che si salva nella folla di disperati di Calvario? Sì, Teresa, neovedova, l’unica disposta a confrontarsi serenamente col sacerdote. L’iter confessionale continua con la visita in carcere a un detenuto che non ricorda, causa LSD, dove ha lasciato la sua ultima vittima.

Padre James diventa così piuttosto “confidente esistenziale” che confessore istituzionale, che difende strenuamente il proprio credo, uomo virtuoso tra un referente superiore imbalsamato in vacue formule teoriche e un sottoposto che pecca in integrità. La chiesa e il suo esponente principale divengono capro espiatorio delle frustrazioni e dell’accidia di un’Irlanda dimenticata da Dio, dove la diffidenza verso l’abito talare è feroce, tanto che con un ghigno si osserva il sacro edificio bruciare con le sue icone.