Featured Image

Broadcast Signal Intrusion

2021
REGIA:
Jacob Gentry
CAST:
Harry Shum Jr. (James)
Chris Sullivan (Phreaker)
Steve Pringle (Stuart Lithgow)

Il nostro giudizio

Broadcast Signal Intrusion è un film del 2021, diretto da Jacob Gentry, uscito nel 2021

Cospirazione, trasmissioni pirata, Videodrome, Max Headroom, chi più ne ha ne metta. Il film è ambientato nel 1999 ma si cala perfettamente nella dimensione paranoico-sanitaria del 2021. La morte, il dolore, la perdita, in un mondo sempre più radicato nella tecnologia e nella virtualità, le persone trovano vie di scampo nei buchi neri tra le pieghe della carne digitale. Siamo sempre più disperatamente presi nel tentativo di collegare i puntini del Gran Mistero. Enigmatici video su YouTube, documenti fantomatici trafugati dai cassetti di qualche governo e pubblicati in rete e il labiale di un politico ubriaco ripreso da una telecamera anni 90 potrebbe nascondere risposte che era meglio non conoscere. Ma questo è il solito modo degli uomini di leggere le cose che li circondano. Sempre alla ricerca di un filo che conduca fuori dal caos che abbiamo attorno, la lettura dell’esistente è oggi resa più enigmistica e folle dal sodalizio esistenziale con le tecnologie. Broadcast Signal Intrusion, del regista Jacob Gentry (co-autore del molto acclamato Signal, 2007) ci parla esattamente di questo. L’uomo non cerca più nelle vaporose maglie celesti la fine del proprio sgomento, ma negli schermi a cristalli liquidi, nei monitor e nei display. Quello è il cielo dove ormai indaga una soluzione, tenendo i propri occhi lontani dall’insensatezza del creato.

Non essendoci più un dio, morto o mai esistito, James, il protagonista di Broadcast Signal Intrusion (Harry Shum Jr.) tenta una soluzione alternativa al problema che non lo fa più vivere, vale a dire la scomparsa della moglie Hanna. Nel Mondo c’è un fenomeno assai più agghiacciante del Covid e dello scioglimento progressivo dei ghiacciai, vale a dire la sparizione di migliaia di persone ogni giorno. Alcune sono ritrovate morte, anche dopo mesi o anni, altre tornano indietro, magari senza memoria o con un viso diverso. Ironizziamo su trasmissioni decennali come Chi l’ha visto?, ma non pensiamo davvero a quanto sia facile, per chiunque di noi, svanire nel nulla e non essere mai più qui e ora. Ci spaventiamo all’idea che accada ai nostri cari. The Vanishing di Tim Krabbé (romanzo svedese trasposto al cinema in due tempi da George Sluizer) riduce tutto a un meraviglioso giallo crudele, ma nel tempo l’enigma ha coinvolto alieni, servizi segreti e nel caso di Gentry, segnali di trasmissioni video. C’è un vuoto vorace che inghiotte e non restituisce più molti di noi e dobbiamo farci i conti ogni giorno. James sceglie l’indagine alla rassegnazione, seguendo una traccia che da una serie di strane videocassette, conduce verso un universo oltre questa soglia: l’ennesimo, parassitario, ineffabile vampiro dimensionale assetato della nostra nutriente commestibilità umana.

Da Max Renn e William Lee di Cronenberg/Burroughs al Truman di Carrey/Weir, c’è tutta una dantesca parata di iniziati in cerca di risposte dietro ai muri. Potrebbero accettare di percorrere la via delle braci ardenti, dove il dolore è affrontato, assimilato e sublimato, ma preferiscono seguire la direzione degli spifferi glaciali che gli giungono dalle spalle. Broadcast Signal Intrusion non riesce a venir fuori dallo sprofondo in cui si introduce, ma ci offre una tesa e stimolante voragine in cui sbirciare per un’ora e quaranta minuti. Jacob Gentry (assieme a David Bruchner, David Robert Mitchell e Justin Benson) promette di avere la capacità di raccontare gli orrori di più aderente metafisica sociale e per quanto questa prova non convinca fino in fondo, va accolta con favore, dal momento che affronta un terreno vischioso e molto più complesso delle solite case infestate dai parapsicologi o le buone e care possessioni demoniache di una volta.