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Body Cam

2020
Titolo Originale:
Body Cam
REGIA:
Malik Vitthal
CAST:
Mary J. Blige (Renee Lomito-Smith)
Ian Casselberry (Kevin Ganning); Nat Wolff

Il nostro giudizio

Body Cam è un film del 2020, diretto da Malik Vitthal.

La semplicità paga sempre. Nella vita così come nel cinema. Sembra una deprimente ovvietà, ma, credete, oggigiorno non lo è affatto. Perché, come amava ripetere il buon Rousseau, il fantomatico buon senso comune, alla fin dei conti, così comune proprio non è. Filosofeggi a parte, è proprio la semplicità a ripagare fino in fondo Malik Vitthal e il suo Body Cam, un fiero e onesto thrillerino soprannaturale che può apparire ad una prima fugace occhiata l’ennesima minestrina riscaldata ma che in realtà, col procedere dei minuti, si rivela un prodotto decisamente intrigante e, udite udite, persino coinvolgente. Merce rara di questi magri tempacci, vero? Ebbene sì, perché, se in se è per se la stroria che ci viene favellata non è poi questa gran novità, lo svolgimento e la messa in scena si rivelano le carte vincenti di un’operazione certamente derivativa ma non per questo poco riuscita. Anzi! Nulla di che strapparsi i capelli o star svegli la notte, intendiamoci. Ma pur sempre qualcosa di sostanzioso su cui riflettere.

Dicevamo poc’anzi che la vera forza di Body Cam non sta certo nella freschezza della sua trama, la quale ci presenta l’agente Lomito-Smith (Mary J. Bilige), reduce dal recentissimo strazio per la prematura perdita dell’amato figlioletto, costretta ad affrontare un nuovo improvviso lutto quando il collega di pattuglia Kevin Ganning (Ian Casselberry) viene trovato morto in circostanze a dir poco macabre e inspiegabili. L’unica possibilità per far luce sull’accaduto sembra risiedere nelle immagini catturate dalla videocamera in dotazione sulla divisa dello sfortunato compagno di ronda, dalle quali emerge una sorprendente quanto inquietante realtà. Pare infatti che una misteriosa e letale forza sovrannaturale abbia proprio deciso di prendersela con i cari vecchi piedipiatti, eliminandoli sistematicamente uno dopo l’altro come mosche, costringendo la nostra impavida eroina a una corsa contro il tempo per sbrogliare il bandolo dell’intricata e spaventevole matassa.

Chi ha un minimo di dimestichezza col genere avrà certamente intuito fin dalle prime sillabe dove diamine si sta andando a parare. A costoro diciamo: “abbiate fede, fratelli cari, poiché, credete a noi, in giro c’è di molto molto peggio!”. A tutti gli altri che conservano ancora intatto il provvidenziale e virginale fuoco della sorpresa, beh, non possiamo far altro che assicurare che Body Cam non lascerà affatto delusi, tanto nella forma quanto nel contenuto. Sorretto infatti da un discreto ritmo e da cupissime atmosfere urbane foriere di qualche immancabile ma tutto sommato onesto jumpscare, il film mantiene fino in fondo tutto ciò che promette, seminando qua e là quel giusto tocco di suspense necessario a mantenere sufficientemente desta e reattiva la curiosità dello spettatore, quest’ultimo ben consapevole di non trovarsi dinnanzi a un masterpiece ma ugualmente disposto a lasciarsi intrigare e, perché no, anche spaventare quel tanto che basta. E, per un prodotto del genere, senza infamia né lode, scusate tanto se è poco!