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Bloody Oranges

2021
REGIA:
Jean-Christophe Meurisse
CAST:
Blanche Gardin (la ginecologa)
Christophe Paou (Stéphane Lemarchand)
Guilaine Londez (Guilaine)

Il nostro giudizio

Bloody Oranges è un film del 2021, diretto da Jean-Christophe Meurisse.

Diciamolo subito: in un’edizione di Cannes intasata di film francesi non si capisce bene perché si sia sentito il bisogno di selezionare un film come Oranges sanguines (titolo internazionale Bloody Oranges), se pur nella scarna e misera sezione di Mezzanotte. Il film è una discreta cagata, ma poteva essere pure peggio. Se si supera lo scoglio iniziale delle tante gag che ruotano intorno ai problemi della società e della politica francese odierna (mai tanto irritanti quanto i similari dialoghi di La fracture di Catherine Corsini, che stava in concorso), alla fine ci si può anche divertire.  Bloody Oranges è un film grottesco, volutamente stupido ma anche estremo. Sicuramente non lo si può definire “politicamente corretto”. Tre storie che si intrecceranno tra loro, un po’ come in un film di Damián Szifrón, ma senza classe. Jean-Christophe Meurisse ha un senso dell’ironia greve, volgare, rivoltante che supplisce alla mancanza di idee, ma che è comunque funzionale per arrivare fino alla fine… Tornando ai tre episodi, che nel gioco del montaggio si intersecano di continuo tra loro, si comincia con un’anziana coppia di ballerini che decide di prendere parte a una gara di danza per amatori, nella speranza di vincere il primo premio e pagare i debiti con la banca che minaccia di portargli via la casa.

C’è, poi, la storia del ministro delle finanze francese che tenta di insabbiare un’indagine sui soldi che ha portato illegalmente in un paradiso fiscale all’estero, e quella di una ragazzina vergine che si interroga su come sarà la prima volta col compagno di scuola che le piace tanto. Questi gli spunti, poi i racconti prendono direzioni inaspettate e sempre più surreali. I ballerini, per risolvere la situazione e non gravare sui figli, sceglieranno la soluzione più estrema, il primo ministro finirà vittima di un violentatore seriale che prima lo narcotizza e poi lo sodomizza senza pietà e la ragazzina si rivelerà un’amazzone del bidet che sderena il proprio partner. Il tutto in un’escalation di immagini sempre più raccapriccianti che culminano in un’evirazione davvero grafica, alla fine della quale la vittima sarà costretta a mangiare i propri testicoli cotti al microonde. Insomma, una sagra del pecoreccio (girata però con un gusto estraneo all’altro provocatorio film francese presentato quest’anno al Sundance, Mother Schmuckers, un vero e proprio insulto all’immagine cinematografica) che potrebbe non dispiacere agli appassionati del Bis, ma che non basta a elevare il prodotto al di sopra di un semplice scherzo.