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Bliss

2019
Titolo Originale:
Bliss
REGIA:
Joe Begos
CAST:
Dora Madison (Dezzy)
Tru Collins (Courtney)
Rhys Wakefield (Ronnie)

Il nostro giudizio

Bliss è un film del 2019, diretto da Joe Begos.

Joe Begos è uno di quei registi che non sai se hai voglia di abbracciare perché ti fa tenerezza o prendere a calci in culo perché ti fa incazzare. Il primo film, Almost Human, se l’è scritto, prodotto e diretto quando ancora aveva le labbra sporche di latte. Di primo acchito, non sembrerebbe diverso da quegli irriducibili del cinema amatoriale che confezionano film fatti in casa con gli amici e pensano di aver fatto cinema. In realtà, qualcosa di speciale in Almost Human c’era. Una sorta di inconsapevole capacità di masticare, digerire e ricagare fuori sotto diverse spoglie quella brutta roba che ci piace vedere da piccoli. Roba da guilty pleasure come Xtro tanto per capirci. Poi ha fatto The Mind’s Eye (una rivisitazione di Scanner) e abbiamo capito che era un bluff. Croce sopra. Passa qualche anno e rieccolo qui, con un film che inizialmente doveva chiamarsi Dragged Into Sunlight e poi è diventato Bliss.

Che cosa è cambiato dall’epoca di Almost Human? Poco o niente. Il film se l’è scritto, se l’è prodotto e se l’è diretto. Il tutto, come sempre, con due pinze e una tenaglia. Una storia di vampiri che strizza l’occhio al The Addiction di Ferrara per prenderne subito le distanze. Una giovane pittrice in crisi artistica (Dora Madison) viene infettata durante un threesome a base di alcol e cocaina. Il giorno dopo comincia a star male e la sua lenta trasformazione in creatura della notte si rivela una via crucis di sofferenze indicibili ed estasi (anche sessuali) pazzesche. A farne le spese tutti i suoi amici, fidanzato compreso (che, per inciso, è interpretato da un altro regista simile a Begos: Jeremy Gardner). La sua arte, però, sembra giovarne e, tra un bagno di sangue e l’altro e qualche delirio erotico, la giovane pittrice ritrova il talento e l’ispirazione perduta.

Girato in 16 mm, con una grana sporca e scura che ha un sapore vintage e conferisce un immagine decadente a una Los Angeles che non lascia scampo, Bliss rivela un cuore punk che colpisce allo stomaco. In un continuo alternarsi di scene girate in stato di grazia e visioni al limite dell’amatoriale ci si diverte e si rimane perplessi, di fronte a un film che si dovrebbe odiare ma che, per qualche astrusa ragione, ti rimane dentro…