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Blanquita

2022
REGIA:
Fernando Guzzoni
CAST:
Laura López
Alejandro Goic
Amparo Noguera

Il nostro giudizio

Tutti i dolori diventano sopportabili se li si inserisce in un racconto. Se si dà loro un nome e li si riconosce altro da noi. Una catarsi. Così il dramma della diciottenne ragazza madre Blanquita (Laura López) prende forma nell’omonimo thriller che Fernando Guzzoni scrive e dirige sul caso Spiniak, dal nome dell’uomo d’affari Claudio Spiniak, imputato principale di un evento giudiziario collegato a una rete di prostituzione minorile che scuote il Cile nel 2003. In un mondo dark, a tratti paradossalmente famigliare, Guzzoni sembra chiedersi dove sia possibile invertire la rotta della violenza, sciogliere i nodi della paura, abbattere i muri dell’incubo.

Una storia in cui la verità si basa sulla menzogna: incesti, stupri, coprofagia ai danni di minori che vivono ai margini della società nella casa famiglia gestita da padre Manuel (Alejandro Goic). Blanquita, con la complicità del religioso, diventa testimone chiave in uno scandalo che vede coinvolti minorenni, politici e ricchi uomini in festini a sfondo sessuale. Nulla si vede ma molto si comprende dalle parole, dalle cicatrici e dagli sguardi dei giovani protagonisti. La ragazza diventa così l’antieroina in un processo le cui sorti si ribaltano all’apparire  di ombre e dubbi sulla stessa testimone. Niente in questo caso è ciò che sembra. Il film è un’opera di finzione che estrae elementi reali dai fatti di cronaca e diventa una storia a sé, che potrebbe essere avvenuta altrove. Una delle tante inchieste a cui siamo abituati. Ma se ci sono storie che più le racconti più si consumano, quella di Blanquita è una narrazione drammatica che, al contrario, ci consuma.