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Black Water: Abyss

2020
REGIA:
Andrew Traucki
CAST:
Jessica McNamee (Jennifer)
Luke Mitchell (Eric)
Amali Golden (Yolanda)

Il nostro giudizio

Black Water: Abyss è un film del 2020, diretto da Andrew Traucki.

Due coppie, guidate da un amico speleologo, decidono di esplorare un sistema di grotte sotterranee che quest’ultimo ha scoperto mentre cercava, guarda un po’ che caso, una coppia di turisti scomparsi. Come da copione, una tempesta tropicale si avvicina ma, vuoi perché tutte e due le coppie stanno attraversando un momento niente affatto semplice, vuoi perché siamo in un film horror e gli avvertimenti sono fatti per essere ignorati, il gruppo si cala nel buco con quel briciolo d’incoscienza che non fa presagire qualcosa di buono. La compagnia di amici si sta godendo le meraviglie naturali quando la tempesta, puntualmente, li coglie mentre ancora sono sotto terra intrappolandoli, facendo salire il livello dell’acqua nei tunnel, i quali, come se non bastasse, sono abitati da un coccodrillo, lo stesso che nel prologo fa sparire i turisti. Le coppie si ritrovano ad affrontare i propri problemi relazionali pur accorgendosi, piuttosto alla svelta, che una bestia territoriale e incazzosa è forse un problema decisamente più urgente.

Costruire un film intorno a un meccanismo trappola claustrofobico che tiene i protagonisti bloccati in una situazione di concreto e letale pericolo, nello stesso posto per buona parte dell’ora e mezza circa di durata della pellicola stessa, funziona solo in presenza di qualche accorgimento. Devi costruire la tensione, devi modularla e non avere troppa fretta di rilasciarla, possibilmente devi portare lo spettatore a un bel punto di rottura e solo dopo iniziare a far partire il bodycount violento. Insomma, devi fare un bel lavoro. Anzitutto perché non puoi contare sull’originalità. Situazioni di questo genere sono state proposte in tutte le salse e l’effetto curiosità non attacca più. E poi perché, essendo la situazione di base monocorde, il film rischia di annoiare, non è il caso di Black Water: Abyss. O almeno non del tutto. Il ritmo non è che manchi, tutto sommato la visione non è spiacevole nonostante un finale improponibile che comunque non va a inficiare l’economia di una pellicola che, nell’insieme, si lascia vedere. Il problema è che il film non si distingue davvero in niente.

A tratti perde addirittura il filo, non tanto per noia, ma proprio perché, alla fine, non ci si appassiona veramente alla vicenda dei personaggi e il coccodrillo non è poi così spaventoso per come viene rappresentato. Ogni situazione potrebbe tranquillamente venire alzata di tono senza rendere il film troppo impegnativo da sopportare per spettatori particolarmente sensibili. Questo significa lasciare tanto potenziale inespresso. Le grotte potrebbero essere più claustrofobiche, il coccodrillo potrebbe essere più spaventoso, più violento, le morti potrebbero essere più gore o comunque più dure a vedersi. E invece tutto risulta molto blando, tutto molto digeribile, tutto troppo tranquillo. Black Water: Abyss (sequel del meno conosciuto Black Water) non è un film terribile, ma va bene giusto se fuori piove, è domenica pomeriggio e ti stai annoiando. Te la fa passare, quell’oretta e mezza, a patto di non avere aspettative, ed è un peccato perché a un film del genere non si chiedeva di essere Lo squalo, ma qualcosina di più lo poteva dare, i presupposti non mancavano.