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Black as Night

2021
REGIA:
Maritte Lee Go
CAST:
Asjha Cooper (Shawna)
Fabrizio Guido (Pedro)
Abbie Gayle (Granya)

Il nostro giudizio

Black as Night è un film del 2021 diretto da Maritte Lee Go.

Qualcosa è andato storto se, finita la visione di Black as Night, la sensazione dominante è quella d’aver visto qualcosa di potenzialmente interessante e dalle grandi ambizioni che non riesce ad applicare la teoria alla pratica. Perché quest’altro titolo Amazon Original, appartenente alla seconda stagione di Welcome to the Blumhouse, lascia un retrogusto insipido e l’idea che strafare non è mai la soluzione, invece meglio avere poche idee ma buone e ben sviluppate. E così, con questa premessa, ci ritroviamo di fronte all’ennesima occasione sprecata, all’ennesimo film horror confuso su quale sia la sua vera natura. Black as Night ha per protagonista Shawna, adolescente di colore che vive a New Orleans, città vessata da ingiustizie sociali e povertà, con ancora l’ombra dell’uragano Katrina alle spalle. Shawna ne vive i problemi in prima persona: sua madre è caduta nel tunnel della droga, incapace di superare quanto avvenuto quindici anni prima e il padre e il fratello sembrano non curarsene abbastanza. Inoltre, è alle prese con la sua prima cotta e la ricerca di un’identità nella quale ritrovarsi, senza che il colore della sua pelle le sia d’ostacolo. L’estate, che si preannunciava senza particolari sconvolgimenti, le cambierà la vita.

Scopre, casualmente, l’esistenza dei vampiri in città e dopo un incontro ravvicinato finito tragicamente, deciderà di vendicarsi scovandone il covo e ponendo fine alla scia di sangue che scorre lungo le strade di New Orleans. A darle man forte il suo migliore amico Pedro, l’esperta di narrativa vampiresca Granya e Chris, il ragazzo bello e popolare di cui è innamorata. Dalle premesse e dai temi presenti è chiaro come Black as Night volesse inserirsi a gamba tesa nel filone dell’horror sociale, ormai saturo, e farsi portavoce degli ultimi. La sceneggiatura a cura di Sherman Payne, già autore di Scream: la serie e Shameless, tuttavia tende a strafare sin da subito. Non solo il film fatica a trovare il giusto canale d’espressione, ma elementi horror e comedy, che dovrebbero costituirne l’ossatura forte, rimangono in superficie senza mai fondersi, venendo quindi a mancare un’atmosfera, non diciamo orrorifica, ma quantomeno da piccoli brividi. Black as Night è un calderone di temi e metafore sociali, dove alla più esplicita critica degli ultimi abbandonati in case popolari fatiscenti, quasi a volerli nascondere, si affianca l’idea che il vampirismo sia una diretta conseguenza del disagio provocato dalla società. Babineaux, leader dei vampiri (a cui presta il volto Keith David, attore cult del cinema di genere) cerca adepti proprio tra chi non ha null’altro da perdere.

Ambiziosa questa metafora, ma la sua trasposizione pratica lascia intravedere lacune non tanto estetiche, ma narrative, riguardanti il background del villain e dei protagonisti. Se le motivazioni di Babineaux vengono svelate fin troppo velocemente sul finale, Shawna e i suoi amici vivono di una monodimensionalità da cui non riescono ad uscire. A nulla è valso il riferimento, chissà se volontario o meno, a Buffy- L’ammazzavampiri e alla sua iconica protagonista, se anch’esso risulta innaturale. Black as Night è, riassumendo, un pot pourri di elementi e temi che altro non sono che il fil rouge che collega tutta la serie antologica. La voglia di parlare di troppe cose, però, ha gravato sul risultato finale, confuso e superficiale, per nulla intrattenente.