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Benny’s video

1992
Titolo Originale:
Benny's video
REGIA:
Michael Haneke
CAST:
Arno Frisch
Angela Winkler
Ulrich Muehe

Il nostro giudizio

Una riflessione impietosa e a tratti ironica sull’ossessione post-moderna dello sguardo: Benny’s video di Michael Haneke.

Benny’s Video parte nella festosa atmosfera tra amici della sorella di Benny, subito interrotta bruscamente dal padre, Georg, che invita tutti quanti ad andarsene. L’effetto incisivo delle parole dell’uomo crea un’anomalia in una situazione normale, ed è il primo segno perturbante che destruttura l’ordine costituito dagli avvenimenti. Per tutto il film tale anomalia è il filo conduttore che determina il corso degli eventi.

Benny è un adolescente, in una famiglia benestante, con l’hobby della videoripresa. Gira video, noleggia film in videoteca e fa della sua stanza un laboratorio di immagini in movimento. La “camera oscura” in cui vive è la sua caverna, il suo rifugio. Non intrattiene nessun rapporto con i genitori e si isola sempre più perdendo il senso della realtà. Conosce, davanti alla videoteca, una ragazza (Ingrid Strassner), sua coetanea. Se la porta a casa e le mostra un video amatoriale sulla macellazione di un maiale. Il film che si apre con le immagini, riprese da Benny, della macellazione dell’animale presenta subito questa situazione: il video si pone all’istante come elemento metacinematografico, visto che improvvisamente si interrompe, torna indietro e riparte al rallentatore.

L’anomalia retroattiva della riproducibilità delle immagini è un primo segnale destabilizzante che Haneke pone allo spettatore; il regista concentra l’anomalia di Benny e il suo transfert in un mondo s-personalizzato, dove lui è il padrone e il deus ex machina di ogni azione: lo vediamo distribuire droga (farmaci) a pagamento durante le prove del coro, “sedurre” la ragazzina, fumare altezzosamente e presentarsi come un uomo adulto capace di controllare la realtà (la telecamera live sulla strada sottostante), invitarla a casa, offrirle da mangiare e infine ucciderla. Quest’ultimo momento rappresenta la “perdita di controllo” sul reale evidenziando lo spaesamento di fronte alla morte. In seguito Benny mostra il video del suo delitto ai genitori, che una volta assicuratisi che nessuno ha né visto né sentito quello che è successo, decidono di rimuovere “il problema”. La persistente esposizione alle immagini del ragazzo ha poco alla volta nullificato la sua identità e ogni suo collegamento con il reale. La televisione, sia come palinsesto, sia come strumento di riproduzione cancella lentamente ogni cosa fino ad isolare l’individuo in universo mediatico dove non c’è più distinzione tra bene e male, tra reale e virtuale e tra azione e riproduzione: il “controllo” e l’assenza dei genitori permettono il germinare della devianza.