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Below Her Mouth

2016
Titolo Originale:
Below Her Mouth
REGIA:
April Mullen
CAST:
Natalie Krill (Jasmine)
Erika Linder (Dallas)
Tommie-Amber Pirie

Il nostro giudizio

Below Her Mouth è un film del 2016, diretto da April Mullen

Vecchia regola, silenziosa, non scritta, che devi cominciare bene, cioè con un colpo, un botto, un introibo potente per essere a metà dell’opera. Qui, in Below her Mouth iniziamo benissimo, sulla faccia di Erika Linder che sta rincorrendo l’orgasmo mentre fa pelo contro pelo con la sua amante Mayko Nguyen. La struscia standole sopra, che non è una logistica erotica messa a casaccio, perché ci dice, in effetti, già molto, se non tutto, di Dallas: lesbica attiva, positiva, cioè facente funzione del segno più nella coppia. Suona brutto e sbagliato dire “il maschio”, ma di questo si tratta, visto che nel corso della vicenda la Linder, (modella svedese biondo-albina, volto di Louis Vitton, stilizzata e compiaciuta “androgina”, sebbene la nudità, il seno ricco e florido, parlino tutt’altra lingua), si cinge a più riprese di godemiché per portare all’estasi le partner. Below Her Mouth, Sotto la sua bocca. Sua, di Dallas, che di mestiere fa il muratore e va per tetti maneggiando pistole sparachiodi e masticando chewingum. Il numero delle cose che potrebbero succederle non è infinito. Le faranno incontrare qualcuna che le sia fisicamente all’opposto, etero ovviamente, molto femmina, molto bella, molto procace. Difatti, le buttano tra le braccia Jasmine, cioè Natalie Krill.

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Parrebbe, dalle premesse e dai personaggi, cinema lesbico militante, che negli Usa è un genere, ha un suo pubblico e ha prodotto film di pregio, anche eroticamente, oltre che ideologicamente, intensi. Ma quello che ha girato April Mullen non è un’opera di saffo-guerriglia, non è un cinema in armi. La Mullen è una canadese, mora, occhi azzurri, piuttosto gnocca, che ha cominciato come attrice, poi ha saltato la barricata e da qualche anno si è messa a dirigere film di genere (horror, action, commedie, serie tv, 88, Dead Before Dawn 3D). Non ha a che fare con LGBT e affini, anche se tutta quanta la compagine tecnica di Below Her Mouth è costituita da donne e nel cast c’è un solo personaggio maschile, Sebastian Pigott, promesso sposo della Krill che a un certo punto, di ritorno da un viaggio anzitempo, entra nel bagno di casa e trova la fidanzata che a 90 gradi, nella vasca, sta beatamente venendo sotto i lombi armati di Dallas. Una delle migliori sequenze del film: la reazione dei tre personaggi e, soprattutto, le stantuffate che la precedono. Povera Dallas: cercava solo il sesso e invece ha trovato l’amore, come Don Giovanni. L’amore di Jasmine, sofisticata editor di una rivista di moda che fa in fretta a cederle togliendole il capriccio, ma intanto le è già entrata nel sangue.

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Erotismo, drammi, lacrimucce: la Krill, dopo l’agnizione nel bagno, saluta Dallas col groppo in gola e torna al maschietto, che quando cerca di approcciarla – ovviamente nel bagno – non ce la fa. E alla fine c’è una soluzione compromissoria, non chiara ma irenica, mentre le due donne bevono qualcosa sulla riva di un fiume: son tornate insieme? Forse sì forse no. Diciamo comunque che Below Her Mouth trae la propria ragione d’essere e resta significante per le scene di sesso lesbico, che non scherzano niente – in verità c’è pure un assolo di Jasmine, che usa un getto d’acqua come se fosse una lingua, molto coinvolgente. Intendiamoci: non è questione di quel che si vede o di quel che fanno le due amanti (oddio, forse c’entra anche un po’ il saffo-Kamasutra, perché c’è una scena a letto in cui la Krill, nuda, è distesa su un fianco, mentre noi vediamo dal dietro che Erika Linder si insinua con la mano ad arpeggiarle le corde nascoste), ma della carica libidica intrinseca ai loro toccamenti e mugolii. Perché c’è un’arte per rendere arte queste cose qui. E April Mullen e le sue interpreti certamente la possiedono. NB Per favore, lasciate stare i paragoni con La vie d’Adele. Grazie.