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Before the Fire

2020
REGIA:
Charlie Buhler
CAST:
Jenna Lyng Adams (Ava Boone)
Ryan Vigilant (Max Rhodes)
Jackson Davis (Kelly Rhodes)

Il nostro giudizio

Before the Fire è un film del 2020, diretto da Charlie Buhler.

Kelly (Jackson Davis), fotografo per un giornale, ed Ava (Jenna Lyng Adams), attrice di Hollywood, stanno per fuggire dal paese con un volo di linea quando un annuncio all’altoparlante assicura il blocco su tutti i voli negli Stati Uniti. E’ in corso un’epidemia dal contagio facile e dagli effetti mortali, così, per salvare la sua amata e intanto occuparsi di un incarico lavorativo, Kelly contatta un amico pilota e raggira Ava per convincerla a lasciare la città. Il piccolo aereo privato è diretto nella città natale della coppia, dove la ragazza non è ricordata col suo nome d’arte, ma con quello di nascita: Amanda. Ma il soggiorno con la famiglia di Kelly è disturbato da conflitti mai risolti, e il padre della ragazza, un uomo violento e disturbato, la rivuole con sé. Conosciuto anche come The Great Silence, il film di Charlie Buhler (regista) e Jenna Lyng Adams (sceneggiatrice, attrice protagonista) è stato già pubblicizzato come “il film sulla pandemia” per la sua inaspettata attinenza con l’attualità che, bisogna ribadirlo, è puramente casuale, caso fortunato (?) di incontro tra dimensione cinematografica e realtà.

E il paradosso tanto ironico di un film così profetico è da ricercare nelle sue proiezioni ai festival cinematografici, chiusi proprio in vista delle norme di sicurezza anti-COVID, e che di fatto hanno assicurato l’invisibilità a Before the Fire per alcuni mesi. In ogni caso, c’è poco di cui meravigliarsi: è facile essere profetici quando si è approssimativi, è lo stesso principio alla base dell’oroscopo o dei biscotti della fortuna, esempi di letteratura non poi così lontani dalla portata insufficiente della sceneggiatura. Certo, il film di Buhler e Lyng Adams racconta di un’epidemia di influenza mortale, ma della quale ci è dato sapere poco o niente (soprattutto: quali sono i suoi effetti? sappiamo solo che prima si tossisce e poi, ad un certo punto, si muore). E questo non potrebbe costituire un problema se il film si interessasse ad altro con più determinazione, ma il tono vago della scrittura coinvolge ogni conflitto alla base della trama: perché la famiglia di Kelly non tollera la presenza di Ava?

Cosa è successo tra lei e il cognato? quale trauma ha allontanato quest’ultima da suo padre? Domande che non trovano risposta. L’incipit plateale (un’epidemia che coinvolge milioni di persone) è il pretesto per interessarsi al particolare, la storia di Ava/Amanda e i suoi drammi familiari, che pure viene trattata con altrettanta superficialità. Sorge dunque spontaneo chiedersi cosa volesse raccontare Jenna Lyng Adams con la sua storia incerta tra dramma familiare, thriller pandemico e revenge movie. E non basta qualche bella immagine al crepuscolo o la vicinanza, seppur involontaria, con l’attualità per risvegliare l’interesse del pubblico: la vera carestia qui raccontata è quella di un cinema indipendente che annaspa alla ricerca di un vaccino, che dimentica l’anarchia potenziale di un progetto low-budget e che invece si atteggia a drammetto serioso da festival. Alla fine, la cosa più contagiosa in Before the Fire non è il virus, ma la noia.