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Becoming Astrid – Sguardi Altrove Film Festival

2018
Titolo Originale:
Unga Astrid
REGIA:
Pernille Fischer Christensen
CAST:
Alba August (Astrid Lindgren)
Maria Bonnevie (Hanna Ericsson)
Magnus Krepper (Samuel August Ericsson)

Il nostro giudizio

Becoming Astrid è un film del 2018, diretto da  Pernille Fischer Christensen.

Discepola del Dogma, incline più al cinema di Thomas Vinterberg che alle provazioni di Lars Von Trier, la danese Pernille Fischer Christensen torna dietro la macchina da presa con Becoming Astrid (Unga Astrid), biopic dedicato alla scrittrice svedese Astrid Lindgren, iconica autrice di Pippi calzelunghe. Presentato alla Berlinale nel 2018 (qui nel 2006 presentò A soap, il suo folgorante esordio che le valse l’Orso d’argento e nel 2011 si affermò con A family, aggiudicandosi il premio FIPRESCI) in occasione del centesimo anniversario di nascita della Lindgren, Becoming Astrid – ora in concorso allo Sguardi Altrove Film Festival – offre un ritratto tenero sul delicato rapporto tra artista e opera d’arte, guarda con affettuosa dedizione al dramma e al desiderio materno, esplora con la giusta profondità il senso e lo scorrere del tempo della vita.

Accantonando gli eccentrici personaggi irriverenti, lo straordinario e l’imprevedibile, cifre che caratterizzano il mondo dei libri dell’autrice svedese, Pernille Fischer Christensen adotta uno sguardo originale sulla vicenda della Lindgren, intreccia episodi della sua vita attraverso ripetuti andirivieni temporali, rivela da una parte il teso ma amorevole legame con la madre, dall’altra l’emancipazione da una rigida educazione religiosa. La struttura a incastro che sovrappone tappe di crescita, riti di passaggio, scelte e rinunce mette in risalto la forma del biopic, genere cinematografico qui asciugato da molte possibili trappole apologetiche. Fin dalle prime sequenze, infatti, si intuisce la distanza tra Becoming Astrid e film come Miss Potter di Chris Noonan del 2006, trattato edulcorato sulla vita della scrittrice e illustratrice Beatrix Potter, o Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro di Julian Jarrold del 2007, dedicato più al comportamento sociale della borghesia del primo Ottocento che alla vita di Jane Austen.

Diversamente dalle abitudini di un genere impegnato a stigmatizzare una confezione perfetta e elegante, attendibile e precisa dal punto di vista storico ma che non osa immaginare un ritratto che amplifichi la profondità dei suoi protagonisti, la Christensen sceglie una strada colma di insidie di non semplice risoluzione. Con doverose distinzioni l’operazione della regista danese è avvicinabile più al modello rigoroso del recente A Quiet Passion di Terence Davies che al seducente Colette di Wash Westmoreland: insolito, di una secchezza a tratti respingente nei confronti del pubblico, meno colorito e meno patetico di quanto si possa aspettare, Becoming Astrid, forte della presenza dell’emergente Alba August (figlia del regista Bille) e di Trine Dyrholm, scava con onestà nei sentimenti, nel dolore e nelle motivazioni profonde che hanno guidato il genio creativo di una delle autrici per l’infanzia più celebri nella storia della letteratura.