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Beast

2017
Titolo Originale:
Beast
REGIA:
Michael Pearce
CAST:
Jessie Buckley (Moll)
Johnny Flynn (Pascal)
Geraldine James (Hilary)

Il nostro giudizio

Beast è un film del 2017 diretto da Michael Pearce

C’era una volta la piccola Moll: viveva in una grande e bellissima casa in mezzo al verde, amata dalla sua tenera famiglia. Un giorno incontrò il Principe Azzurro, si innamorarono e vissero felici e contenti… Ecco, no, non proprio. Moll ha, in realtà, ventisette anni, la sua famiglia la umilia continuamente e il suo amato potrebbe tranquillamente essere il Lupo Cattivo. Michael Pearce, trentaseienne regista inglese scrive e dirige il suo primo lungometraggio, affermando: «Ho utilizzato gli archetipi delle favole per portare sullo schermo un coming of age sofferto, un dramma psicologico più che un film di genere.» Moll, interpretata con magistrale bravura da una superba Jessie Buckley, è tutt’altro che perfetta, ha un passato doloroso alle spalle, una colpa che nessuno le permette di dimenticare, e che in primis lei stessa non riesce a perdonarsi. Dopo aver subito l’ennesima mortificazione da parte dell’insensibile madre (Geraldine James), che la assoggetta a regole ferree e obblighi spesso inaccettabili, abbandona furiosa la sua festa di compleanno e incontra sulla sua strada l’ombroso Pascal (Johnnie Flynn), affascinante, misterioso e dal passato burrascoso. Impossibile non cedere alla passione. Sullo sfondo la magnifica Isola di Jersey, in Inghilterra, dove è ambientato Beast, e in cui si stanno intanto accumulando i corpi di adolescenti brutalmente uccise da un serial killer. E il nuovo amore di Moll è ovviamente tra i sospettati.

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Traendo spunto dalla storia vera della Bestia del Jersey (predatore sessuale attivo in quei luoghi negli anni Sessanta) e sfruttando magistralmente gli stilemi del thriller all’unico scopo di raccontare la presa di coscienza di un personaggio femminile tormentato, mai scontato, che decide di dare ascolto alle sue emozioni più ancestrali e reso in modo stupefacente dalla bravissima protagonista femminile, Pearce, anche autore della sceneggiatura, dimostra una consapevolezza dei propri mezzi sorprendente per un’opera prima, da regista navigato. Sì, perché in Beast nulla viene lasciato al caso, la storia si sviluppa in modo da tenerci costantemente con il fiato sospeso e riesce nell’impresa di sviarci più di una volta, mantenendo, però, l’interesse sempre costante. L’Isola di Jersey, da cui il regista proviene, diventa, inoltre, elemento essenziale del narrato, vero e proprio terzo protagonista della vicenda, ma invece che dipingerla come un luogo oscuro e tetro, come spesso avviene nei film inglesi, Pearce sceglie di mostrarcela al massimo del suo splendore, illuminata da una fotografia vivida e solare, in netto contrasto con la vicenda, cupa e dolorosamente travagliata.

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Michael Pearce in merito alla scelta di mettere al centro della storia una donna complessa asserisce: «Culturalmente siamo più abituati a vedere antieroi maschili come Travis Bickle di Taxi Driver o Daniel Plainview de Il petroliere, ma in realtà ci sono anche splendidi esempi di personaggi iconici femminili ambigui, vere e proprie antieroine, come in Carrie di De Palma o in Marnie e Psycho di Hitchcock o, in tempi più recenti, in Lady Macbeth di William Odroyd o Gone Girl di David Fincher, che sono altrettanto interessanti.» Il casting si rivela, altresì, dannatamente azzeccato, e se Jessie Buckley incarna con eccellenza la figura della ribelle ostracizzata e sola, Johnnie Flynn non potrebbe essere più perfetto nel ruolo dell’ombroso e potenzialmente pericoloso Pascal, oltremodo seducente e praticamente irresistibile, della cui innocenza o colpevolezza non avremo certezza fino al climax finale. Beast dopo aver esordito al Toronto Film Festival e aver fatto grande impressione in altre competizioni internazionali, è attualmente in concorso al Torino Film Festival e la sensazione (e anche quello che ci auguriamo) è che abbia già ipotecato qualche premio. Certo è che Pearce ha dimostrato ampiamente di poter essere annoverato nella nuova onda di autori britannici come i già più esperti Ben Weatley, Christopher Smith e Neil Marshall, giusto per fare qualche nome, e attendiamo con curiosità il suo prossimo progetto.