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The Bay

2012
Titolo Originale:
The Bay
REGIA:
Barry Levinson
CAST:
Kristen Connolly (Stephanie)
Anthony Reynolds (Steve Slattery)
Kether Donohue (Donna Thompson)

Il nostro giudizio

The Bay è un film del 2012, diretto da Barry Levinson.

Gli isopodi sono dei piccoli e simpatici crostacei privi di carapace che ormai è facile trovare perfino nella terra dei nostri vasi di casa. Per intenderci, sono quegli animaletti che, se si prova a toccarli, per proteggersi si avvolgono su se stessi diventando delle palline. Accanto a questa specie, esiste poi la Cymothoa exigua, una variazione acquatica dell’isopoda di origine parassitaria che si introduce nel corpo dei pesci attraverso le branchie, si posiziona sulla lingua e succhia il sangue provocandone l’atrofia.

Una volta che la lingua scompare, il parassita si sostituisce all’organo continuando a cibarsi della stessa alimentazione del pesce. Disgustoso, nevvero? Bene, provate a pensare a cosa potrebbe succedere se questo essere, a causa di alterazioni genetiche derivate dall’inquinamento delle acque, dovesse mutare non solo aumentando di dimensioni, ma diventando così vorace da attaccare l’uomo. è proprio quello che è successo nel 2009 in una piccola località balneare del Maryland quando la sua popolazione è stata decimata da un’epidemia di Cymothoa exigua alterata che, trasmettendosi dai pesci all’uomo, non si è limitata a prendere il posto della lingua ma ha iniziato a distruggere i corpi ospitanti divorandoli dall’interno. Con conseguenze a dir poco disgustose. O almeno – e per fortuna –, è quello che Barry Levinson ci racconta con stile documentaristico, e confrontandosi per la prima volta col mockumentary, in The Bay, ennesima produzione che gioca con la realtà dell’instancabile Oren Peli di Paranormal Activity.

Le cause e gli effetti dell’epidemia ci vengono raccontati in primis dal materiale giornalistico realizzato da una giovane reporter, tra le poche superstiti in grado di testimoniare l’accaduto, e dal suo cameraman, intenti a realizzare un servizio in occasione dell’inizio della stagione estiva della località. Il loro girato si interseca con quello degli altri protagonisti di questa orribile esperienza, ognuno dei quali, suo malgrado, contribuisce con le  proprie telecamere e le CCTV sparse per la cittadina ad aggiungere immagini e a costruire una narrazione corale. Dalla coppia di biologi marini che per prima scopre la causa dell’inquinamento acquifero (tonnellate di escrementi provenienti dagli allevamenti di polli della zona) ai poliziotti in servizio; dalla giovane famiglia armata di DigiCam ai ragazzini in quarantena che comunicano con Skype attraverso i loro smartphone.

Levinson, che a parte il fantascientifico (e mediocre) Sfera (1998), non è mai stato uno solito bazzicare il genere, preferendo commedie per famiglie di successo o il cinema impegnato di Sleepers (1996), Rain Man (1988) e Sesso & potere (Wag the Dog, 1997), dimostra con nostra piacevole sorpresa di saperci fare e soprattutto di aver un gusto per il macabro e per la tensione, che cresce, cresce e non molla un istante, in grado di trasformare un plot tutto sommato prevedibile in un’esperienza da incubo a tratti perfino respingente. Non è tanto quello che si vede a fare impressione, nonostante il sangue infetto imbratti a fiotti i muri e i pavimenti della case e le vie della città, e i bubboni purulenti che straziano i corpi dei civili (adulti, vecchi e bambini, nessuno escluso) si aprano come crateri per lasciar fuoriuscire gli schifosi parassiti grandi come topi. Capita l’antifona è soprattutto ciò che viene lasciato intendere, il vedo e non vedo delle telecamere che riprendono, ma senza cogliere il dettgli, le urla strazianti delle persone morenti che implorano di porre fine alla loro agonia. E The Bay funziona così maledettamente bene, entrando sottopelle, che il sottoscritto durante la visione ha avuto un attacco di panico che lo ha costretto a guardare il flm in due riprese.