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Battle Royale

2000
Titolo Originale:
Batoru Rowaiaru
REGIA:
Kinji Fukasaku
CAST:
Takeshi Kitano; Tatsuya Fujiwara; Aki Maeda; Tarō Yamamoto; Kō Shibasaki; Chiaki Kuriyama; Masanobu Andō;

Il nostro giudizio

Anni prima che la saga di Hunger Games ci facesse vivere un decennio buono (nel senso di abbondante) di fantascienza distopica, con adolescenti in lotta tra loro per la sopravvivenza, che spopolò dapprima tra i romanzi e poi nel cinema e nella serialità televisiva, c’era un cult giapponese a fare da incunabolo a quel genere, noto ai più come young adult. Battle Royale fu, ai tempi, un successo di pubblico e di critica, soprattutto a livello nazionale, e sebbene in Italia non fosse distribuito in sala, grazie alla nascente pirateria digitale e all’interesse nei confronti delle opere dell’estremo oriente, agevolato dai fansub, se ne tenne viva l’attenzione al punto da ottenerne la distribuzione in home video qualche anno più tardi. Tratto dall’omonimo romanzo di Koushun Takami, il film tratteggia una società giapponese in cui la violenza tra i giovani serpeggia indisturbata, diventando un dramma sociale apparentemente senza soluzione, soprattutto perché l’autorità degli adulti, in particolar modo nei confronti degli insegnanti, è messa a rischio. Nella classe del professor Kitano (Takeshi Kitano) uno studente, per esempio, lo accoltella alla natica. Per dare un freno a questo fenomeno, viene varata una legge speciale, conosciuta come BR Act, per cui una classe delle superiori è sorteggiata e deportata su un’isola per partecipare al Battle Royale, un gioco al massacro in cui soltanto uno studente potrà essere vincitore a scapito dei compagni che dovranno morire.

Sotto la sorveglianza dei militari e dell’ex professore Kitano, con un collare al collo pronto a esplodere in caso di ribellioni e tentativi di sabotaggio, i ragazzi avranno a disposizione un borsone con il minimo per sopravvivere e un’arma casuale. Il film di Kinji Fukasaku, che sarebbe morto qualche anno più tardi durante le riprese di Battle Royale 2, era ai tempi ed è tuttora un violento survival duro da digerire, un affresco della ferocia del sistema sociale giapponese e, allo stesso tempo, un film di intrattenimento dal ritmo alto, in cui il conteggio dei morti in sovrimpressione scandisce in maniera inesorabile la spirale di violenza che coinvolge tutti i ragazzi, anche quelli apparentemente più miti. Battle Royale non è solo un rosario di ammazzamenti sanguinosi: Fukasaku lavora molto anche sui personaggi e sui background e sui demoni di molti di loro, rendendoci emotivamente partecipi dell’orrore che si consuma sotto la supervisione del governo. Onore al merito, quindi, per l’iniziativa di CGEntertainment che finalmente porta nei cinema italiani questo capolavoro del cinema nipponico (e non solo) in una edizione restaurata, nella versione estesa che Fukasaku aveva approntato dopo il successo di pubblico in patria.

Questa edizione speciale, che aggiunge circa otto minuti di nuove scene e di effetti digitali migliorati per accentuare il sangue, non presenta delle grosse differenze dal punto di vista dello splatter, ma sorprende con alcune sequenze inedite riguardanti in maggior parte i flashback dei partecipanti. In particolare, la backstory di una studentessa, la cui madre tenta di farla prostituire a un pedofilo, aggiunge ulteriore dramma al ritratto sociologico che si vuole dare del Giappone, suggerendo ancora di più come la violenza giovanile non sia un semplice dato di fatto, quanto una reazione al comportamento degli adulti. La CGentertainment sta anche promuovendo un crowdfunding per editare in home video in un’edizione di lusso il dittico di film, includendone sia le versioni cinematografiche che quelle estese. Un’altra occasione per poter recuperare uno dei film più seminali di inizio secolo che, pur molto legato alla realtà giapponese, riesce a comunicare il proprio messaggio anche altrove, prerogativa delle grandi opere.