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Barbarian

2022
REGIA:
Zach Cregger
CAST:
Georgina Campbell (Tess Marshall)
Bill Skarsgård (Keith Toshko)
Justin Long (AJ Gilbride)

Il nostro giudizio

Barbarian è un film del 2022 diretto da Zach Cregger.

Arrivata a Detroit per un colloquio di lavoro, Tess (Georgina Campbell), scopre che il suo alloggio affittato su Airbnb è stato erroneamente prenotato due volte, da lei e da Keith (Bill Skarsgård), un musicista che sta già soggiornando lì al posto suo. Keith accetta di ospitarla, e Tess dopo qualche ripensamento decide di passare la notte sotto lo stesso tetto. Durante la notte, la ragazza trova la porta della sua camera aperta e sente delle voci. Il suo incubo è solo all’inizio, niente sarà più come prima. Quello di Zach Cregger è stato uno degli horror di successo del 2022, assieme a Terrifier 2, con ben 42 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo, a fronte di un budget di appena 4 milioni. Sbarcato da noi ad Halloween su Disney+ si è rivelato quasi subito un instant cult. Barbarian ti incuriosisce fin dall’inizio, con una trama apparentemente semplice, e se volete, nemmeno tanto originale. Il film si apre con una casa, che nelle inquadrature e nell’uso della camera deve molto al cult d’esordio di Sam Raimi, almeno per chi scrive, anche se qui le possessioni e il Necronomicon non c’entrano. Iniziamo col dire che scrivere di Barbarian è complicato senza rischiare di spoilerare la trama, e infatti qui non lo faremo.

Possiamo dire però che Cregger conosce benissimo l’horror e i suoi meccanismi e sa come innescare la curiosità nell’osservatore, con trovate sempre nuove, che se da un lato fanno bene al film, dall’altro appaiono un po’ azzardate. Ma chi se ne frega… In Barbarian tutto funziona, a partire dalla comparsa di Skarsgård sulla scena, un viso ambiguo, di kinghiana memoria, da cui puoi aspettarti tutto e il contrario di tutto. Cregger lo sa e almeno per un terzo del film, l’ex Pennywise domina la scena, assieme alla sua co-star Georgina Campbell, e la sintonia si vede. Raimi, dicevamo, ma Cregger fa molto di più, un po’ va a scomodare anche il caro vecchio Craven di Le Colline hanno gli occhi, perché insomma deve aver capito che una sottotrama sociopolitica non guasta mai e che l’eco del contemporaneo #MeToo risuona forte e chiaro da qualche parte. E quella cifra iperreale, che fa molto Lucky McKee (The Woman), inizia ad avere un senso. Ma tutto questo che c’entra? Apparentemente nulla, è solo per raccontarvi che Barbarian parla proprio degli impulsi primordiali, barbari appunto, e che tutto inizia da una nascita, o dalla voglia di procreare, di dare un senso a vite insensate, persino mostruose, che dall’America reaganiana arriva fino ad oggi.

Perché in fondo Barbarian è proprio questo, un viaggione che attraversa quarant’anni di cinema horror con la cazzoneria di un hipster, senza prendersi troppo sul serio, semplicemente cercando di trovare un modo di stupire, di tenerti là inchiodato a guardare, complice la bella colonna retro di Anna Drubich e il montaggio ad effetto di Joe Murphy. Quello di Zach Cregger è un film che fa ben sperare nel cinema horror, poco cerebrale, molto devoto al passato e con un occhio puntato al nostro presente. Un film che è davvero come leggi altrove, un rollercoaster ride, una corsa impazzita nel divertimento nel senso più puro del termine. Perché, diciamolo, siamo diventati un po’ tutti delle peppie insopportabili, dove il politically correct rovina e infetta ogni cosa. Barbarian, per fortuna, dimostra che nonostante tutto, ci si può ancora divertire. Inorridirsi, certo, ma anche divertirsi, per una volta, senza pensarci troppo. Il mondo è barbaro e lo sarà sempre.