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Ballata macabra

1976
Titolo Originale:
Burnt offerings
REGIA:
Dan Curtis
CAST:
Oliver Reed
Karen Black
Lee Montgomery

Il nostro giudizio

Ballata macabra è un film del 1976, diretto da Dan Curtis

La famiglia Rolf decide di trascorrere l’estate in un’enorme villa trovata in affitto a bassissimo prezzo. Unica condizione: accudire l’anziana madre dei due proprietari, sempre rintanata nella sua stanza all’ultimo piano della casa. Dopo un primo periodo di quiete, i rapporti tra i vari personaggi cominceranno a incrinarsi e l’atmosfera diventerà sempre più tesa, tra incubi, paranoie e fatti al limite del paranormale. Tra i vari horror americani della metà degli anni 70, spicca questo Ballata Macabra, pellicola poco considerata da parte di critica e pubblico ma assolutamente degna di rivalutazione. In Italia – dove nel 2017 è stato proposto in dvd in versione integrale -, il film ottenne un discreto successo al botteghino e godette di numerosi passaggi televisivi nel corso degli anni ’80, per poi sparire dalla circolazione nel decennio successivo, con l’eccezione di qualche sporadica programmazione tv in fascia notturna, in copie lievemente censurate. L’unico elemento che si è unanimemente riconosciuto alla pellicola è stata l’influenza su alcuni successivi cult del genere, in primis Amityville Horror e Shining, mentre in pochi accennano al suo vero punto di forza: la straordinaria macchina di tensione che il buon Dan Curtis (regista che gli appassionati ricordano almeno per il celebre Trilogia del terrore) è riuscito a costruire.

Macchina basata su un procedimento semplice ma assolutamente efficace. Una famiglia si trasferisce in una villa, al cui ultimo piano alloggia una misteriosa inquilina. La carta vincente sta nel nascondere sia ai personaggi (fatta eccezione per quello di Karen Black) sia allo spettatore, l’identità di questa “vecchia del piano di sopra”, e allo stesso tempo nel renderla l’elemento fulcro della vicenda, facendo sentire costantemente la sua presenza, anche grazie a alcune ottime trovate – come la luce accesa durante il bagno notturno – ma impedendo di scorgerne le sembianze, mentre il susseguirsi di eventi insoliti e macabri rende l’atmosfera sempre più cupa e tesa. Chi è la signora dell’ultimo piano alla quale Marian porta tutti i giorni da mangiare? Perché non ci viene mai mostrata? Due domande che troveranno risposta solo alla conclusione, mentre Curtis subordina a esse anche una serie di scene a effetto assolutamente efficaci: il disturbante gioco in piscina, il supplizio della Davis, le agghiaccianti apparizioni dell’autista del carro funebre.

Si arriva così al finale, che fortunatamente riesce a non deludere, risolvendo l’enigma nella maniera più efficiente possibile, con un colpo di scena che a molti ha ricordato un noto epilogo massaccesiano… A sostenere un così notevole lavoro di regia e sceneggiatura abbiamo un cast di tutto rispetto, con due protagonisti, Oliver Reed e la citata Black, perfettamente calati nelle rispettive parti, e una Bette Davis, in un ruolo nemmeno troppo secondario, superba come sempre (la sua agonia è un gran momento). Discreta la fotografia, che produce qua e là qualche effetto insolito e suggestivo (il colore dell’acqua in piscina); convenzionale ma ben utilizzata la colonna sonora. Si nota qualche lentezza nei primissimi minuti ma, una volta innescato il meccanismo, il film inchioda senza nessun cedimento. Un gioiello da riscoprire.