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Bad Boys for Life

2020
REGIA:
Adil El Arbi, Bilall Fallah
CAST:
Will Smith (Michael "Mike" Lowrey)
Martin Lawrence (Marcus Burnett)
Kate del Castillo (Isabel Aretas)

Il nostro giudizio

Bad Boys for Life è un film del 2020, diretto da Adil El Arbi e Bilall Fallah.

Mentre Marcus Burnett (Martin Lawrence) diventa nonno e invia domanda per il giusto pensionamento, Mike Lowery (Will Smith) si sente ancora in forma smagliante e perdere il suo “bad boy” lo turba: ci parla, cerca di convincerlo, ma la strada è sempre un luogo pericoloso e uscirne indenni dopo decenni, per alcuni, è un vero e proprio miracolo. L’arrivo di una nuova minaccia nel passato di Mike Lowery, metterà in moto l’ultima promessa tra i due, stringere un ultimo patto di fratellanza e sconfiggere un giovane e violento sicario proveniente dal cartello messicano. Bad Boys for Life perde Michael Bay alla regia – relegato ad un simpaticissimo cameo – per lasciare spazio ai due Arbi-Fallah che cercando di confezionare questo terzo capitolo calcando le mani sulle stesse orme di Bay: recuperano lo stile cinetico, l’esasperazione pornografica per la ricerca dell’immagine e quella genuina aria da buddy movie anni ’90 che fece proprio la fortuna dello stesso Smith: Independence Day, Men in Black e anche Bad Boys, ovunque c’era Will Smith, assieme a una spalla all’altezza di creare un’ottima alchimia.

I due registi riproponendo questo stile, oggi invecchiato male e mutato in prodotti quali Fast & Furious, si lanciano in una scommessa pericolosa e instabile, infatti rientrare in questo mood strettamente pirotecnico è più difficile del previsto: la prima ora del film fatica a ingranare, risulta a più riprese tediosa, vuole forzatamente farsi piacere mettendo in scena stilemi di genere abusati, in special modo quando si cerca di contrapporre il vecchio al nuovo, con i due bad boys vecchi e maneschi in un mondo di tattica, internet e droni militari. Il loro agire a suon di pallottole è la scintilla per accese discussioni tra i due, il tempo che passa, il corpo che cambia (quello di Martin Lawrence in particolare) e mettendo in scena teatrini familiari poco convincenti in una saga che porta un nome quale Bad Boys. Nella seconda parte il film magicamente muta in quello che i decennali fan si aspettavano: velocità, azione e momenti di totale ilarità.

Dopo un tedioso incipit da dramma familiare, il tono cambia, ed è proprio nei momenti di azione  che si riesce ad apprezzare nuovamente la briosa alchimia tra i due attori, il loro costante overacting nelle scene più pericolose stempera l’attenzione; tutto questo girato, montato e pensato come se lo avesse diretto Bay. Arbi-Fallah, oltre che a recuperare cornice e ritmo da anni ’90, ripropongono quasi fedelmente il manuale del giovane Bay nell’approcciarsi ad ogni scena d’azione, con palesi citazioni e forme di riferimento alle continui sfide della fisica nella già citata saga di Fast & Furious. Il risultato è comunque sorprendente e del tutto inaspettato. Nello stesso modo in cui nessuno effettivamente sentiva il bisogno di un terzo capitolo di Bad Boys, tra tutti i recenti revival cinematografici decennali, Bad Boys for Life si ritaglia una fetta abbastanza importante di pubblico, con il film che sta andando bene ovunque e il rischio di un quarto è assai alto. Se non fosse stato per una prima parte davvero deludente, una serie di twist narrativi per risolvere alcune questione davvero imbarazzanti e un uso eccessivo di computer grafica, Bad Boys for Life sarebbe potuto essere un action davvero sorprendente.