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Await Further Instructions

2018
Titolo Originale:
Await Further Instructions
REGIA:
Johnny Kevorkian
CAST:
Sam Gittins (Nick)
Neerja Naik (Annji)
Abigail Cruttenden (Beth)

Il nostro giudizio

Await Further Instructions è un film del 2018, diretto da Johnny Keworkian

Guardando Await Further Instructions, viene da fare una riflessione. Che l’horror e lo sci-fi possano meglio di tanti altri generi raccontare il presente politico e sociale va bene, ciò che però ancora non è stato chiarito è se venga meglio farlo in modo programmatico e consapevole o senza rendersene minimamente conto. Alcuni dei grandi capolavori del New Horror anni 60/70, visti oggi, risultano palesi attacchi all’istituzione familiare e all’ordine costituito ma leggendo le dichiarazioni più schiette di Romero, Friedkin e Hooper, il loro intento principale al tempo era di fare solo il film più impressionante e spaventoso possibile e le implicazioni politiche o sociali ci stavano pure ma non così articolate nelle loro teste, durante le riprese, come quarant’anni di critica accanita è riuscita poi a definirle.

Ci sono casi in cui alcuni film di genere, soprattutto oggi che l’horror ha perso definitivamente la propria innocenza, vengano pensati e realizzati già a cazzo duro sul piano delle metafore. Il pubblico però non si accorge di nulla e non trova questi lavori così interessanti e catartici. Await Further Instructions fa di tutto per raccontare la paura che quasi un decennio di attentati e lotta al terrorismo ha instillato nel cuore profondo della società occidentale ma, come se non bastasse isolare una famiglia dentro la propria casa durante le feste di Natale (una situazione che di per sé basterebbe a spaventare chiunque) ci aggiunge un quadro famigliare da sit-com post-atomica, dialoghi grotteschi sull’ignoranza che nutre il terrore e pure certe nostalgie reaganiane. Purtroppo è esattamente questo bisogno di far capire al pubblico che Await Further Instructions «è un horror ma non solo un horror, gente», a rovinare un film «di e sulla paura» che poteva essere mica male.

Johnny Kevorkian riesce bene a tirar fuori, da una situazione a metà tra L’Angelo sterminatore, Saw l’enigmista in versione teletext e un episodio cocainomane di Happy Days, tutta la tensione e l’angoscia possibili, ma si piscia sulle dita indugiando con le citazioni a iosa di film e libri che già molto hanno detto sull’incasinamento del mondo. Poi, che questi titoli (Su dai canali di Richard Matheson, Il signore del male di John Carpenter, Velluto blu di David Lynch) siano ancora attuali, può voler dire due cose: o che sono opere in anticipo sui tempi bui che viviamo ora, o che il mondo è (e sempre sarà) il solito gran casino di paranoia, odio represso e incomunicabilità. I protagonisti di Await Further Instructions, ribadiscono in modo via via più veemente e forzato, i propri ruoli parentali: più si comportano da autentici bastardi senza cuore e più battono i piedi a cercare di ricordare a se stessi e a chi hanno davanti cosa sono… o meglio, cosa dovrebbero essere e di conseguenza “come” dovrebbero agire: «Io sono suo padre!» oppure «Io sono tuo figlio, cazzo, tuo figlioooo!» Sia chiaro, non diamo la colpa agli altri, la sostituzione ultra-corporale di Finney/Siegel non è mai avvenuta, eppure ecco che il mondo è pieno di baccelloni. Eravamo ultracorpi già prima del 1954. Stavamo solo lavorandoci sopra! Ciò che gli alieni vogliono oggi, secondo Kevorkian, è nutrirsi e non sostituirci. In realtà, nessuno ci tiene a prendere il nostro posto!