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America Latina

2021
REGIA:
Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo
CAST:
Elio Germano (Massimo Sisti)
Astrid Casali (Alessandra Sisti)
Sara Ciocca (bambina)

Il nostro giudizio

America Latina è un film del 2021 diretto da Damiano e Fabio D’Innocenzo.

Il loro è un cognome che, da qualche anno a questa parte, desta immediata curiosità nell’ambiente cinematografico italiano e i riconoscimenti nazionali e internazionali ne hanno consacrato ufficialmente il talento, non tanto per la giovane età degli autori, quanto per la visione e la chiarezza del loro cinema. Naturalmente si può essere d’accordo o meno con quest’ultima affermazione, sta di fatto che al cinema di Damiano e Fabio D’Innocenzo non si può, anzi non si riesce a rimanere indifferenti. Così è stato con La terra dell’abbastanza e Favolacce e altrettanto avverrà America Latina. Presentato allo scorso Festival di Venezia dove concorreva per il Leone d’Oro, America Latina è un thriller psicologico dalla natura mista, a onor del vero la sua migliore qualità. Massimo Sisti è un uomo appagato dalla vita o almeno così sembra. Sul piano lavorativo svolge la sua professione di dentista con serietà, rispetto e dedizione, mentre nel privato vive in una tranquilla e isolata villa nella periferia di Latina con moglie e due figlie. La sua quotidianità verrà sconvolta dalla scoperta di una ragazzina legata e imbavagliata nella sua cantina.

America Latina è un po’ la tana del Bianconiglio, una graduale e tragica discesa nell’inferno esistenziale di un uomo a cui la società ha imposto di indossare una maschera a lungo andare rivelatasi opprimente, motivo per il quale il ritrovamento della bambina rappresenta il punto di rottura nella psiche di Massimo. Crollano certezze e sicurezze, mentre emergono i dubbi su chi è realmente e il confine tra realtà ed illusione si rende più visibile. Elio Germano passa con facilità e maestria dall’essere il capo famiglia brutale e indifferente di Favolacce al padre sensibile, fragile e inquieto di America Latina, una straordinaria prova d’attore per l’interprete romano in due film opposti ma simili. Messo da parte il respiro ampio e lo sguardo corale del precedente film, i fratelli D’Innocenzo scelgono l’intimità di una singola storia per dar voce all’uomo normale che reprime la parte più oscura di sé compiendo un percorso di accettazione lungo e tortuoso con gravi perdite lungo la strada.

La natura mista del film, citata sopra, si inserisce a gamba tesa in questo discorso. È un thriller sì, ma il dramma psicologico del protagonista non è un unicum, è assolutamente umano come lo è il sentirsi fuori posto sia nel ruolo di padre che di figlio. Casa Sisti è deforme, un edificio ambiguo per quanto simbolo di una vita agiata. Al di fuori Massimo è un uomo come tanti, ma l’interno è costruito per rappresentarne la coscienza con la cantina come punto più oscuro e luogo d’introspezione personale. Non è un cinema esplicito quello dei fratelli romani che affidano alle immagini la miglior espressione del loro lavoro. Il comparto tecnico raggiunge un’eleganza e uno stile notevole e sempre più raffinato e consapevole. Emerge una particolare e significativa cura del sonoro con il respiro di Germano preponderante in molte scene e spesso assunto ad unico sintomo del disagio crescente, mentre la fotografia riporta alla mente i tempi d’oro del cinema horror italiano. Lungi da me affermare, banalmente, che America Latina sia un film necessario per il cinema italiano (aggettivo ormai abusato e no sense). Sono i fratelli D’Innocenzo ad esserlo grazie alla loro visione, allo sguardo profondamente attuale e riflessivo del loro cinema nonché al pizzico di follia che li contraddistingue e permette loro di rischiare addentrandosi in territori ostici come, in questo caso, la mente umana.