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After Porn Ends

2012
Titolo Originale:
After Porn Ends
REGIA:
Bryce Wagoner
CAST:
Amber Lynn
Asia Carrera
Bobby Slayton

Il nostro giudizio

After Porn Ends è un documentario del 2012, diretto da Bryce Wagoner.

Che fine hanno fatto le mitiche star del porno americano? Dev’essere il chiodo fisso del regista Bryce Wagoner, già studente dell’Accademia militare di Fork Union, campione di body bulding, fan sfegatato di Swarzy e attore in b-movies (fra i quali un horror, Marco Polo, del 2008, di Alton Glass, dove interpreta il fantasma del navigatore veneziano… il che è tutto dire…). After Porn Ends (attualmente su Netflix, ma uscito negli Usa nel 2012), è solo il primo capitolo di tre docu-film che Wagoner ha girato sui divi delle luci rosse in pensione. Il secondo è uscito nel 2017, il terzo, proprio in questi giorni, ma oltreoceano. Tutti sappiamo che le stesse star dell’hard sono le prime a parlar male dell’universo che le ha rese tali. Soprattutto le donne, da Linda Lovelace in poi. Con qualche eccezione. Ed ecco a voi Asia Carrera, papà tedesco, madre giapponese, oggi affettuosa mammina, lasciò la casa genitoriale a 16 anni (eppure a 13 suonava al piano Bach, ma questo nel film lei non lo dice..). Siccome nel film le intervistate e gli intervistati non dicono molte cose, forse troppe, per non ripetermi, scriverò fra parentesi la sigla NLD ovvero Non Lo Dicono, ogni volta che capiterà nel corso dell’articolo). Asia, dunque, fu affidata a una famiglia non sua. Lavora negli strip-bar dove è notata dal regista Bud Lee (poi suo marito… NLD) che la ingaggia per un film porno.

E così parte per Los Angeles «con il suo orso di peluche» e comincia la carriera hard, fino a giungere alla Vivid (250 film al suo attivo fino al 2006, NLD). Asia è onorata di aver spianato la strada dell’hard alle ragazze orientali che «prima non venivano mai utilizzate nell’hard insieme con le non asiatiche» (non è vero, ma NLD). Tiffany Million, invece, oggi, a 52 anni, fa la bounty hunter, “cacciatrice di fuorilegge” (pare sia stata una wrestler e pare anche che abbia abbandonato l’attività perché molestata da un compagno di lotta che la accusava di essere lesbica, passando poi al porno, NLD). Amber Lynn fa invece la consulente («counselor», dice lei) e ha un bel nipotino. Deve tutto ad Althea Flynt, della quale divenne amica e che la presentò al marito Larry divenendo in breve la star di Hustler. La sua collega Houston è oggi un’infermiera professionale, dopo aver vinto una brutta malattia. Seka è sposata e ritratta al desco familiare con il marito, un vecchietto arzillo vestito di giallo. Raylene, come San Paolo sulla via di Damasco, è stata colta da folgorazione religiosa: da ragazza si faceva di acidi, i suoi primi hard li definisce «disgustosi», gli altri, quelli girati per la Vivid «un po’ meglio». Crissy Moran si commuove raccontando la sua infanzia difficile. Dopo un lavoro d’ufficio poco gratificante, passò al porno. Ora fa parte di Beauty From Ashes Ministry, un’organizzazione no-profit che supporta uomini e donne del settore dell’intrattenimento per adulti.

La più simpatica resta Nina Hurtley, sempre affascinante, sorridente, con gli occhiali e una camicetta di seta a righe che fa tanto look da signora-bene. Dimostra maggiore profondità di campo rispetto alle colleghe nell’affrontare la propria biografia personale: evita piagnistei e racconta dei suoi cammei in film d’autore (ad esempio, in Boogie Nights di Paul Thomas Anderson). E gli uomini? Richard Pacheco lavora l’argilla e, a settant’anni, è sempre un gran bell’uomo; un altro ex pornostar, oggi settantenne, Randy West, vive per il golf; intervistato anche John Leslie, aria un po’ melanconica, intento a dipingere e cucinare uova con la bella moglie: poco dopo l’intervista morirà per un infarto. Offerti altri interventi di William Margold, deceduto recentemente, nel 2017 (già al Dipartimento degli Interni del presidente Harry S. Truman, prima di interpretare film porno, NLD); di esperti vari (ma chi sono? A parte i nomi, nulla si sa, NLD) e di un ebreo integralista (così pare, almeno a giudicare dalla kippah e da quanto afferma visto che manca il sottopancia, almeno nella versione che ho visionato). In After Porn Ends ci sono anche spezzoni (senza mostrare, però, i momenti realmente hard) di video porno interpretati dagli intervistati). Montaggio confuso, affermazioni degli intervistati non confutate da alcuno, persino una spalmata di moralismo nella confezione. Troppi NLD, insomma. Non ci resta che attendere, ma senza troppe aspettative, le prossime due puntate.