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A cielo abierto

2023
REGIA:
Mariana Arriaga, Santiago Arriaga
CAST:
Theo Goldin
Federica Garcia
Maximo Hollander

Il nostro giudizio

A cielo abierto è un film del 2023, diretto da Mariana e Santiago Arriaga.

Diciamolo subito, due sono le chiavi intrecciate del film di Mariana e Santiago Arriaga, scritto dal padre Guillermo Arriaga e presentato al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti: la vagina e la pistola. O meglio, il corpo e l’arma. Detto in lingua più aulica, si tratta del classico abbraccio tra Eros e Morte. Siamo nell’alveo del cinema messicano, quello che lo stesso Arriaga contribuì a rilanciare a cavallo del millennio, sceneggiando un capo d’opera come Amores Perros di Iñarritu e molto altro. A cielo abierto è appunto un copione finito decenni fa che il padre teneva nel cassetto, e che ha consegnato ai figli per porli davanti alla macchina da presa. La mano di Arriaga, oggi anche regista e romanziere, è quindi ineludibile: non solo a livello stilistico, proprio come composizione delle sequenze e tempi del racconto, ma anche come temi cardine su cui ruota la storia. I figli registi conducono bene il gioco. Attenzione che potrebbe essere nata la “factory Arriaga”, lo vedremo nei prossimi anni.

Nella migliore tradizione, tutto inizia con un incidente stradale. Un padre e un figlio in macchina vanno a caccia nel brullo paesaggio messicano quando vengono travolti da un camion: lo schianto è terribile, il padre muore sul colpo, il figlio si salva con una brutta cicatrice. Qualche anno dopo, l’ormai adolescente Salvador vive nella sua casa col fratello grande Fernando, l’uno dice di non ricordare nulla della tragedia, l’altro si rode nella rabbia. Per forza di cose la famiglia è cambiata: la madre ha un nuovo compagno e i giovani hanno una sorellastra, Paula, interpretata da Federica Garcia che, va detto onestamente, è di una bellezza sfolgorante. Seppure abbia un fidanzato, quindi, è normale che risvegli gli istinti palesi di Salvador e quelli sopiti dell’altro, insomma la sorellastra rischia di sedurre i fratelli. I due intanto decidono di fare un viaggio, che in teoria sarebbe per piacere, ma di fatto servirà a rintracciare il camionista che ha fatto fuori il padre e spedirlo al creatore. I fratelli si portano dietro una pistola. Paula si unisce a loro nel viaggio.

A cielo abierto disegna così la traiettoria di una vendetta, che nella mente dei giovani è l’unica ipotesi di pacificazione, che sia stato o meno un incidente. L’arma che si portano dietro è proprio il simbolo di questo. L’altro, come detto, è il corpo di Laura: nella calda estate messicana, che la ragazza passa a guardare una telenovela, una sorta di Beautiful, quando si spoglia nella sua stanza viene spiata da Salvador attraverso ogni pertugio (buchi, finestre, serrature) nel più tipico gesto di voyeurismo. D’altronde Paula è tanto conturbante che il fratellastro non sa resistere. E durante il viaggio, come detto, sotto il sedile c’è sempre una pistola. La morte, l’incidente, la vendetta, la necessità di riconciliazione, il feroce dubbio morale, sono tracce che riempiono da sempre la scrittura di Arriaga, basti pensare alla prova da regista The Burning Plain. Il vero pregio qui, però, sta nel non essere solo un “film di vendetta” né solo un triangolo quasi incestuoso, bensì l’acuta unione tra i due, che si intrecciano e abbracciano continuamente. Mentre sbirciamo l’epidermide di Paula si affaccia la necessità dell’omicidio riparatore e, al contrario, mentre si avvicina l’ora di fare giustizia veniamo distratti dalla parabola della ragazza, che finirà in un certo modo. Insomma il film tiene insieme i due binari incrociati, il tributo di sangue si riflette nel getto di sperma. Ovviamente A cielo abierto è un film popolare, per tutti, quindi non aspettatevi scene troppo ardite né un erotico puro alla Emmanuelle. Il sofferto dubbio etico (ammazzare o perdonare?) resta il centro della riflessione dei messicani, che sfiora le due ore e perde colpi nell’ultima parte, quando il responsabile viene raggiunto dai tre e si costruisce un finale troppo prolisso. Quale? Di sicuro viene concretizzata la metafora del titolo, a cielo aperto, nel senso che il cielo “si apre” e mostra un orizzonte più lungo e sereno per tutti i protagonisti.