Misteri italiani – Servizi (e) segreti

10 film di complotti, cospirazioni e misteri politici.
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La recensione del nuovo film Il delitto Mattarella ha fornito lo spunto decisivo per realizzare un progetto che  che ha assunto varie forme prima di raggiungere la sua struttura definitiva. L’idea di fondo è realizzare un quadro il più possibile esaustivo dei più bei thriller politici, cioè quei film incentrati su cospirazioni, misteri e complotti. Un modo coraggioso di fare cinema che ha al suo interno molteplici forme. Alcuni film sono frutto di fantasia – ma sempre ispirati alla realtà – mentre altri mettono in scena i misteri più oscuri e sanguinari della Storia, ripercorrendoli in modo più o meno fedele. Titoli dove spesso le storie e la Storia si incrociano. Troviamo film realizzati talvolta con un piglio semi-documentaristico e altre volte con toni più spettacolari. Film che nascono parecchi anni dopo i fatti narrati, quindi con più elementi frutto delle indagini e del tempo trascorso, accanto ai cosiddetti instant-movie. Film che cercano di essere neutrali (ma sono pochi), accanto ad altri che espongono teorie precise. Iniziamo da dieci film che ritraggono eventi storici del nostro Paese, un’Italia che nel corso degli anni è stata martoriata da terrorismo, mafia, stragi, omicidi politici, tuttora avvolti nel più fitto mistero. Dieci film di misteri italiani esemplificativi di ieri e di oggi, le cui vicende narrate coprono un arco di tempo dagli anni Sessanta ai nostri giorni.

1. Il caso Mattei (1972) di Francesco Rosi

Il caso mattei

Uno dei maestri indiscussi del cinema politico italiano firma una delle sue opere migliori, con uno stile a metà fra la narrazione classica e il mockumentary, ricca di flashback e flashforward. Un gigantesco Gian Maria Volonté dà vita a Enrico Mattei, presidente dell’ENI deceduto in un misterioso incidente aereo nel 1962. Dopo una prima parte incentrata sulle riforme proposte da Mattei, la seconda è quella che più interessa per il nostro discorso: quando Rosi dedica ampio spazio alle ipotesi di complotto da parte di petrolieri e servizi segreti, sostenendo apertamente la tesi dell’omicidio e collegandolo alla scomparsa del giornalista De Mauro.

2. Attentato al Papa (1986) di Giuseppe Fina

attentato al papa

Cinque anni dopo l’attentato a Papa Wojtyla (1981), uno dei fatti che più ha sconvolto l’Italia, un regista poco conosciuto realizza uno sceneggiato per la tv in due puntate, ma che ha il valore di un film. Al centro della storia ci sono l’attentatore Ali Agca (un mimetico Christopher Buchholz) e un giudice (Ian Bannen). Per essere un instant-movie, il film è ricchissimo di teorie del complotto. Trattasi di un’avvincente fusione fra racconto storico e legal-thriller, dove le indagini portano dagli estremisti di destra turchi (i Lupi Grigi) ai servizi segreti bulgari, passando per altri misteriosi uomini presenti in Piazza. È anche un’acuta riflessione sugli affari sporchi dei servizi e sull’impossibilità di conoscere la verità.

3. Il caso Moro (1986) di Giuseppe Ferrara

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Il più celebre delitto politico italiano viene raccontato da un altro maestro del cinema civile, che dà vita a uno dei migliori film politici italiani, grazie anche a un fenomenale Gian Maria Volonté. Realizzato solo otto anni dopo l’omicidio (1978), contiene già in nuce alcuni dei più importanti punti oscuri della vicenda. Per quanto riguarda il nostro discorso, sono messi in scena in particolare i depistaggi nelle indagini (il covo di via Gradoli, il falso comunicato delle BR), la valigetta sequestrata e scomparsa, l’ombra della P2 e degli agenti segreti, la Ragion di Stato che prevale sulla sua vita. Il tutto è narrato in modo serrato e appassionante.

4. Il muro di gomma (1991) di Marco Risi

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Il figlio del maestro Dino Risi dirige quello che è probabilmente il miglior film sulla strage di Ustica (1980). Sceneggiato, fra gli altri, dal giornalista Andrea Purgatori, racconta la vicenda dalla prospettiva di un giornalista (Corso Salani) – forse un alter ego dello stesso Purgatori. Durante le sue indagini – siamo in un film-inchiesta all’americana – entra in contatto con agenti segreti e militari dell’aeronautica italiana e statunitense, passando in rassegna varie ipotesi, mentre personaggi misteriosi lo seguono. La tesi che viene sostenuta con più forza è l’abbattimento dell’aereo da parte di un missile.

5. I banchieri di Dio (2002) di Giuseppe Ferrara

banchieri

Tocca ancora a Ferrara, che ha esplorato alcuni fra i più grandi misteri italiani, cercare di mettere ordine nell’inquietante vicenda di Roberto Calvi, il banchiere del Banco Ambrosiano trovato impiccato a Londra sotto il Ponte dei Frati Neri nel 1982. Rigorosissimo e incalzante, è un film imprescindibile per chi ama le storie riguardo complotti e misteri: il crack della banca di Calvi è legata allo IOR del Vaticano e a Marcinkus, attorno ai quali ruotano la P2 e il suo piano anti-comunista, i servizi segreti, uomini politici, faccendieri e criminalità organizzata (la Banda della Magliana). Ferrara sostiene apertamente la teoria dell’omicidio, accentuando i caratteri massonici della morte di Calvi. Il banchiere è interpretato da Omero Antonutti, che guida un grande cast.

6. Piazza delle Cinque Lune (2003) di Renzo Martinelli

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Il caso Moro torna a vivere nel cinema con un ottimo thriller politico che mescola fiction e Storia. Trattasi di un film a tesi, che non si limita cioè a esporre i fatti ma ne fornisce una precisa interpretazione. Protagonista è un giudice (Donald Sutherland) che entra casualmente in possesso di un video sconcertante e si trova al centro di un intrigo. La tesi fondamentale del film è che il sequestro e l’omicidio di Moro siano stati finanziati dalla CIA per impedire il compromesso storico con il Partito Comunista. Rispetto al film di Ferrara, si accentua ulteriormente la parte complottista, compresa la presenza in via Fani di un uomo dei servizi segreti.

7. Il divo (2008) di Paolo Sorrentino

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Il politico italiano più oscuro di sempre, Giulio Andreotti, rivive grazie a Sorrentino e all’ottima interpretazione di Toni Servillo. Un film che si addentra nei gangli del potere, una biografia dai ritmi scorsesiani e quasi da gangster-movie. Fra i governi e Tangentopoli, il focus si spinge sugli innumerevoli misteri in cui è coinvolto Andreotti: la collusione con la Mafia (viene descritto senza remore l’incontro coi boss) e i relativi processi, la sua posizione scomoda nel caso Moro, gli omicidi eccellenti di Calvi, Sindona, Pecorelli e Falcone. Memorabile il monologo del protagonista sul Potere e sulla necessità del Male per garantire lo status quo.

8. Romanzo di una strage (2012) di Marco Tullio Giordana

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Un altro maestro del cinema politico italiano dirige uno dei più appassionanti film sugli anni di piombo, dove la Storia è narrata come un thriller. Al centro c’è la strage di Piazza Fontana (1969), i processi, le indagini del commissario Calabresi (Valerio Mastandrea) e la morte di Pinelli (Pierfrancesco Favino). Il punto di partenza è la constatazione che non c’è ancora una verità ufficiale, per cui vengono passate in rassegna varie ipotesi, attraverso diversi punti di vista: Valpreda e gli anarchici, i neofascisti, le collusioni coi servizi segreti. La tesi che sembra prendere più piede è quella legata agli estremisti di destra e alle infiltrazioni di settori deviati dello Stato.

9. La macchinazione (2016) di David Grieco

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Collaboratore di Pasolini, il regista prosegue il discorso iniziato anni prima da Giordana sul celebre delitto (1975) e accentua l’elemento complottista. Il film è per certi versi una vera spy-story incentrata su Pasolini, al quale dà vita un mimetico Massimo Ranieri. Anche qua siamo in un film a tesi: Pelosi è solo il capro espiatorio del delitto, voluto dalla criminalità organizzata in combutta coi servizi segreti per certe teorie scomode di Pasolini. In particolare, si fa riferimento alle sue accuse verso Cefis della Montedison come mandante delle stragi di Stato. Ampio spazio è dedicato anche al discorso sul furto delle pellicole di Salò, legato all’omicidio.

10. La verità sta in cielo (2016) di Roberto Faenza

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Un thriller che andrebbe visto dopo I banchieri di Dio, poiché la vicenda ne è in un certo senso la prosecuzione. Faenza racconta uno degli episodi più inquietanti dell’Italia Repubblicana, cioè la scomparsa di Emanuela Orlandi (1983), figlia di un funzionario del Vaticano. La storia parte da un’immaginaria giornalista di oggi (Maya Sansa) che indaga sul filo rosso tra Mafia Capitale e la scomparsa della ragazza, legata al boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis (Riccardo Scamarcio). Nel film si mescolano fatti reali e di fiction, e si passano in rassegna varie ipotesi, fra cui i Lupi Grigi di Ali Agca e soprattutto lo IOR di Marcinkus. Attorno alla protagonista, e alla Storia, c’è ancora una volta l’ombra occulta dei servizi segreti.