Lonerism

Un corto dal sapore nostalgico
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È Vincenzo Borsellino, giovane filmaker, amante della musica psichedelica, di Proust e di film come Roma di Cuarón, l’autore del cortometraggio Lonerism, presentato al Festival del Cinema Europeo edizione 2020. Un corto dal sapore nostalgico, evidenziato dalla scelta iniziale del bianco e nero, che proietta lo spettatore nella dimensione del ricordo. Un unico piano sequenza di sette minuti, la maggior parte dei quali trascorsi all’interno di una macchina. Un microcosmo dove emergono sentimenti forti e contrastanti, come pure personalità e generazioni differenti. Semplice la soundtrack, poche le corde toccate di una chitarra acustica, che tuttavia lasciano un’intensa traccia di malinconia. La storia è quella di un padre, un operaio, preoccupato, infelice, e di un figlio, illuminato dalla serenità della sua giovane età, eppure capace di porre al padre una domanda esistenziale dal forte spessore emotivo: “Ma tu, sei felice?”. Ecco come andrebbe vista la vita, forse proprio con gli occhi di un bambino, felice di stare col proprio padre e che non ha bisogno di altro se non della sua vicinanza.

Lonerism è “Il frutto di un workshop”, realizzato con un piccolo budget. La sua forza è nell’apparente semplicità, nell’efficacia narrativa, nell’utilizzo di una strumentazione camera e video adeguata e nella profondità dei contenuti. A pochi anni dalla nascita del Neorealismo, nel 1941, Giuseppe De Santis e Mario Alicata in – Ancora di Verga e del cinema italiano– scrivevano: “Siamo convinti che un giorno creeremo il nostro film più bello, seguendo il passo lento e stanco dell’operaio che torna nella sua casa”. Questo importante fenomeno cinematografico aveva nel suo intento quello di raccontare tutte le problematiche ereditate dal secondo conflitto mondiale. Il Cinema era luogo di confronto, di divulgazione e di critica sociale. Lonerism si sviluppa in un contesto attuale, ma sembra essersi ispirato a questo importante periodo storico. Nell’uso del bianco e nero nel frame iniziale, nella storia che racconta, nel sentimento che esprime.

Dunque, un occhio al passato, ma anche al futuro, perché il Cinema può essere inteso anche come Modello di Apprendimento, in questo caso di “Ri-apprendimento” di quei sentimenti considerati negativi, ma di cui è necessario parlare, con l’intento, forse di riappropriarsene. La solitudine, il senso di inadeguatezza, la malinconia, l’infelicità, stati d’animo ed emozioni tanto attuali, ma nascosti da una società che vuole mostrare solo sorrisi e positività, per lo più finti. In un mondo in continuo cambiamento, in cui i sentimenti e il contatto umano sembra stiano perdendo di significato, va premiato il coraggio di presentare un’opera come Lonerism, che permette allo spettatore di porsi delle domande e di avere dei dubbi sulle possibili risposte.