L’intensa brevità dell’orrore

La letteratura horror, da Edgar Allan Poe a Stephen King
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È tutto un gioco sulle brevi distanze. Una cinquantina di pagine, 1800 battute per cartella. Le parole scelte con cura. Ogni meccanismo calibrato alla perfezione; fin dal primo paragrafo. Non c’è spazio per commettere errori. Come sanno bene i pugili e i centometristi, dove la vittoria si misura in centimetri e secondi. Tradotto in ambito letterario significa modulare il ritmo, la suspense, l’orrore stesso che scuote a un certo punto il lettore – se il racconto è buono, ovvio – in una maniera diversa, capace di dilatare lo spazio e il tempo della letteratura in uno spazio minuscolo: quello del racconto.

La mappa si restringe anche fisicamente, come può constatare ognuno di noi comparando sugli scaffali della libreria di casa L’ombra dello scorpione con Il barile di Amontillado. Va bene, il paragone non è forse proprio azzeccato, ma mettiamoci pure a fianco la serie completa dei racconti di Edgar Allan Poe; quelli del mistero dell’incubo e del terrore. King batte Poe per 1376 pagine a 480.

E qui siamo alla roba spicciola, questione di misura e visto che non ci troviamo a una fiera del bestiame, né tanto meno a pesare sacchi di farina o di bietole, è opportuno spostare la questione su come, per un lungo periodo di tempo, i maestri dell’orrore e del mistero abbiano giocato proprio sulle brevi distanze; sviluppando stilemi del genere e trame a cui i romanzieri di oggi debbono un infinito debito di gratitudine. Riconoscenza più volte espressa ad esempio da Stephen King nei confronti di Shirley Jackson, così come da Thomas Ligotti rispetto a Howard Phillips Lovecraft.

Chi scrive nutre una profonda predilezione per i racconti del genere horror, sia per ragioni di comodità, in un’oretta riesco ad arrivare alla fine mettendoci pure una pausa caffè, una controllatina alle mail e qualche messaggio su whatsapp; sia per ragioni più tecniche. I meccanismi che tengono insieme storie brevi di questo genere devono essere calibrati alla perfezione per generare a seconda dell’intenzione dello scrittore: terrore, orrore o repulsione. Trittico illustrato alla perfezione e nel dettaglio dal Stephen King nel suo saggio Danse Macabre.

Le basi del genere nella misura del racconto breve o di quello lungo sono state stabilite a suo tempo da Edgar Allan Poe in capolavori come Il Pozzo e il pendolo o Il barile di Amontillado. Giusto per citarne un paio a mero titolo personale. Ognuno di noi ha i suoi preferiti e meglio giocare a carte scoperte. La bravura di Poe, il suo assoluto talento, sta nell’aver dato voce a orrori che intrecciano realtà e sogno, banalità quotidiane e orrori tanto profondi quanto l’inconscio umano. Nel primo dei due racconti precedenti la vittima, drogata e imprigionata in una cella buia, fatica a riconoscere ciò che lo circonda. Il pozzo senza fondo al centro della cella e il pendolo che oscilla, mentre il prigioniero sopravvive nell’apparente certezza della morte. Ne Il barile di Amontillado è la crudeltà umana nella forma più perversa di una terribile vendetta, il leitmotiv dell’opera. Orrori concentrati e distillati nella forma breve del racconto e caricati di una potenza evocativa che ha continuato a perseguitare lettori e romanzieri fino a oggi.

Ben diversi dalla pacatezza tutta vittoriana dello scrittore Montague Rhodes James che a cavallo tra Ottocento e Novecento ha scritto 41 racconti, per lo più storie di fantasmi ambientate nell’apparentemente sobria e tranquilla campagna inglese. Le ambientazioni sono perfetti esempi del genere e il pacato filologo inglese ha sviluppato nelle sue storie brevi più di uno degli stilemi del genere. L’accademico erudito, un po’ annoiato che in viaggio di lavoro o di piacere si imbatte in una situazione insolita. Oggetti maledetti e ovviamente antichi a cui sono legate storie soprannaturali ed eventi cruenti. Trame e strutture narrative che decenni dopo sarebbero state adottate da numerosi scrittori del genere come Henry James nel suo Il giro di vite: vecchia casa in campagna e strane presenze a cui è legata una storia del passato. Tra i racconti di James spiccano senza dubbio alcune perle del genere come Fischia e verrò da te, L’album del canonico Alberico, Lo strano libro di preghiere.

Riconoscenza per questo scrittore nutrita anche da Howard Phillips Lovecraft che agli inizi del Novecento ha sviluppato un universo orrorifico ha cui hanno contribuito, romanzi a parte, anche molti dei suoi racconti. Un orrore che dallo spazio arriva fino al pianeta terra contaminandone le piante e gli alberi e producendo culti abominevoli che affondano le loro radici in un passato pre umano. Questo è Lovecraft che di certo non ha bisogno di presentazioni e dove l’intensità dell’orrore si gioca sulla distanza breve del racconto. Come in Cthulhu da cui tutto è cominciato e che ha contaminato passando dalla carta all’analogico anche il mondo digitale con decine di siti dedicati al grottesco mostro poliposo. E non mancano gli orrori urbani come nel racconto La maschera di Innsmouth su cui anni dopo tanti autori del genere avrebbero sviluppato le loro trame. Cambiando ambientazione, personaggi e fatti, ma mutuando da Lovecraft la potenza narrativa di un immaginario urbano che nasconde, dietro una parvenza di normalità, segreti e rituali agghiaccianti.

Sulla distanza del racconto ha giocato con abilità e talento innegabili la scrittrice statunitense Shirley Jackson, oggi tornata alla ribalta per il suo romanzo L’incubo di Hill House, ma a cui dobbiamo pregevoli e perturbanti storie brevi. Una delle più famose è senza dubbio La Lotteria pubblicata per la prima volta nel 1948 sulle pagine della prestigiosa rivista New Yorker.

Un’ambientazione rurale in un tranquillo paese di campagna. Una fiera e un gioco, la lotteria, che a prima vista non lascia intravedere nulla di pericoloso. I lettori più attenti alle moderne tecnologie potrebbero associare il titolo ai tanti giochi online presenti su piatteforme di gaming come Unibet che propongono insieme a giochi più tradizionali anche innovative offerte di live gaming. Mentre, per i nativi analogici, la memoria potrebbe correre alle fiere di paese con tanto di cartelline di cartone e fagioli segna numeri. E l’intenzione della Jackson è, sia per gli uni che per gli altri, quella di creare un’ambientazione rassicurante in cui lettore si muove con totale fiducia. Fino a che, pagina dopo pagina, la comodità viene meno e l’elemento perturbante fa la sua comparsa seguendo meccanismi sottili fino allo svelamento conclusivo che non lascia spazio alcuno al dubbio. Niente spoiler per questa scrittrice che ne La lotteria ha creato un racconto perfetto in termini di suspense e potenza narrativa.

E arriviamo ai giorni nostri dove scrittori come Stephen King hanno trovato nella forma breve del racconto un terreno parallelo in cui sviluppare storie dell’orrore forse non celebri tanto quanto i romanzi, ma altrettanto potenti. Con cadenza regolare l’autore del Maine ha dato alle stampe pregevoli raccolte di racconti dalla sua prima e più celebre A volte ritornano in cui compaiono molti dei suoi successivi canoni narrativi, al recente Il bazar dei brutti sogni. All’interno di questo arco narrativo compaiono poi esempi di narrativa tipici del racconto lungo che entrano a buon diritto tra i capolavori dello scrittore. Al primo posto senza dubbio la raccolta Stagioni diverse costituita da quattro perle tra cui è difficile scegliere la migliore. Con un menù in cui troviamo Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, Un ragazzo sveglio, Il corpo e Il metodo di respirazione il lettore si trova davanti a una serie di storie di profonda intensità emotiva.

Thomas Ligotti è forse lo scrittore che in epoca contemporanea ha contribuito più di tutti a dare nuova linfa alla narrativa breve di genere horror.  Un autore difficile da digerire tra le cui pagine ci muoviamo in una dimensione del mistero puntellata da una profonda quanto dirompente potenza della sua parola. Il tutto avvolto da una nebbia fitta tanto inquietanti in cui si riflettono le nostre più profonde paure.  E proprio per questo sarebbe opportuno leggere i suoi racconti di notte.