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White Power

Autore:
Stefano Tevini
Editore:
Red Star Press

Il nostro giudizio

Che la carta stampata sia uno dei principali e più potenti mezzi di comunicazione, divulgazione e veicolazione di un messaggio è testimoniato dai principali studi, studiosi e letteratura presenti in materia che del “tramite” scritto ne fanno uno dei più sentiti echi tra la popolazione. Un mass-media, per dirla nel gergo dei comunicatori. E non è solo la stampa in tutte le sue forme (su carta, in radio, in TV o sul web) a rientrare sotto questa catalogazione, ma anche la letteratura, ossia quella formula di scrittura e lettura che consente, in capo all’autore, di poter dar vita ed espressione a tesi e teorie. Ma le tesi e le teorie sono catalizzatori nel senso puro, capaci quindi di innescare una reazione e far innestare un’idea, ideologia e/o ideale. Premesso e sottoscritto che, a parere di chi scrive, la libertà di espressione è un diritto inalienabile, d’altro canto, è indubbio, che il pensiero possa sfociare in azione, a volte con conseguenze anche imprevedibili, inattese e persino distruttive. I libri, in effetti, come evidenzia Stefano Tevini nel suo saggio White Power – la letteratura come strumento di propaganda fascista: il nuovo immaginario del suprematismo bianco americano (Red Star Press, 2024) godono di un implicito statuto di positività. Ma nei libri – afferma ancora l’autore bresciano – finisce anche quanto di più reazionario sia possibile immaginare.

Nella memoria di tutti indelebile resta il recente e, politicamente ma anche sociologicamente, sconvolgente assalto a Capitol Hill. Ecco, la forma di protesta aizzata dall’ex presidente della Casa Bianca Donald Trump (il solo nella storia della presidenza a stelle e strisce a vantare un arresto, con foto segnaletica e schedatura per aver tentato di ribaltare il voto in Georgia nel 2020) è ad oggi (assurdo a dirsi) la meno violenta conseguenza di un’ideologia che, indubbiamente, prende le mosse da quel “libretto rosso” e vero e proprio manuale d’ispirazione (e azione) per i nazionalisti e suprematisti bianchi: The Turner Diaries di William Luther Pierce, anche noto come Andrew Macdonald. Il libro in questione, al centro dell’analisi di Tevini quale trait d’union tra passato e presente dell’inquietante movimento WP, è un vero e proprio riferimento per autori di atroci fatti di sangue che hanno sconvolto l’opinione pubblica: dall’attentato di Oklahoma City nel lontano ’85 (168 vittime) al massacro di Oslo nel 2011 (77 vittime) passando per la Columbine High School (15 vittime), e fino alla più recente strage di Boulder (10 vittime), nel parcheggio di un supermercato, in Colorado.

Dato formalmente alle stampe come un romanzo di fantascienza, pubblicato a puntate tra il 1975 e il 1978 sulla rivista “Attack!”, organo della formazione politica di ultradestra National Alliance che Pierce stesso aveva fondato, in realtà The Turner Diaries, di recente pubblicato anche in Italia, rappresenta, scomodando Fiumi di Porpora, “il manuale del piccolo nazista”. Basti pensare che, tra denigrazioni varie e profusione del razzismo più becero, la storia si conclude con una palingenesi nucleare dal cui fuoco distruttore, in primis di Israele e poi di tutti quanti non siano orgogliosamente bianchi, sorge una nuova società abitata esclusivamente dalla razza ariana. Partendo da cenni e riferimenti storici fondamentali per approcciarsi al fenomeno WP, del quale anche il cinema (da Bowling a Columbine a 22 luglio sino a BlacKkKlansman, senza dimenticare ovviamente grandi classici quali American History X e la riuscitissima e futuristica saga The Purge) ha spesso e con buoni risultati trattato, passando per una disamina della “eminenza nera” William Luther Pierce, fino a un capitolo sul ruolo della religione nel WP Movement arrivando all’eredità di Pierce, Stefano Tevini con questo volume trascina letteralmente il lettore nelle fondamenta dell’odio razziale americano, ma che non conosce letteralmente confini, facendolo riemergere, a suon di rabbia, simbolismo e sangue, con una consapevolezza e uno sguardo differente verso l’estremismo suprematista bianco, che nella letteratura ha trovato, e in conclusione lo possiamo affermare e sottoscrivere, il suo mezzo di propaganda più potente e funzionale. Da leggere!