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Sulle trecce dell’assassino

Autore:
Andrea Fiore
Editore:
PandiLettere Edizioni

Il nostro giudizio

Sulle trecce dell’assassino (semi-serial thriller) di Andrea Fiore è un romanzo giallo demenziale-grottesco scritto da un autore che ama i giochi di parole: in questo caso sono spesso a sfondo tricologico, perché la vittima dell’omicidio di cui seguiremo le bizzarre indagini ha delle lunghe trecce nere, che gli saranno tagliate e rubate quando verrà strozzato con una extension. L’assassinio avviene a Gravetown, in un luogo atipico per un delitto: siamo da Giuseppy’s, il più famoso e frequentato salone d’acconciature uomo, donna, bambino della città; Giuseppy, sofisticato barbiere sulla cinquantina dal folto baffo biondo, sta per tagliare delle bellissime e lucenti trecce a un uomo molto elegante, quando avviene un black-out improvviso e lui e la sua clientela si ritrovano al buio. Quando il black-out si risolve, l’uomo dalle trecce è sparito: verrà rinvenuto cadavere poco dopo nello sgabuzzino delle scope, vittima di un omicidio e con la testa completamente rasata. Il mistero si infittisce quando si scopre che le sue trecce sono scomparse: chi sarà stato a compiere il delitto e a rubare quelle che ormai sono considerate il movente dell’omicidio? Ad occuparsi delle indagini sono l’ispettore di polizia Peter Haddock e il suo assistente Dan Parrish, a cui poi si unisce Mandy Racco, una recluta affascinante e un po’ vanesia: i tre esilaranti personaggi arrivano su quella che l’autore ironicamente definisce la «scena del crine» e iniziano a fare domande ai sospettati, perché è stato sicuramente uno dei clienti del salone d’acconciature a compiere il delitto. Purtroppo l’assassino «non ha lasciato trecce», in tutti i significati possibili che si possono attribuire a questa frase, e quindi per i due investigatori la questione si fa intricata, come una matassa di capelli pieni di nodi. Riusciranno alla fine a districarli tutti? Andrea Fiore presenta una storia ricca di nonsense ma brillantemente gestita: ciò che più colpisce sono gli intelligenti giochi di parole, che divertono e rendono piacevole la lettura; nonostante la vicenda paradossale, inoltre, l’autore tiene anche alta la tensione perché le indagini per l’omicidio sono ben condotte e sono verosimili, gli indizi disseminati ovunque permettono al lettore di impegnarsi attivamente nel risolvere il mistero e l’epilogo è spiazzate, sebbene assurdo, come in ogni romanzo giallo che si rispetti. Tra personaggi grotteschi e dialoghi umoristici, tra situazioni insensate ed enigmi da risolvere, si narra una storia avvincente che fa dimenticare per qualche tempo i propri problemi, permettendoci di ridere di cuore.