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Streghe!

Autore:
AA.VV.
Editore:
Mondadori

Il nostro giudizio

Lentamente, libro dopo libro, mattone dopo mattone (cartaceo), la collana Draghi di Mondadori sta costruendo una biblioteca dei fondamentali del fantastico, del fantasy, dell’orrore classico, della fantascienza (per la quale però c’è la sottosezione Urania Draghi) e di molto altro. Grazie a Mondadori, dopo R. E. Howard, H. P. Lovecraft e altri abbiamo potuto tornare a tenere in mano saghe eccezionali scomparse dai cataloghi come quelle di Michael Moorcock (Elric. La saga e Il ciclo del principe Corum) e Fritz Leiber (Sword & Sorcery. L’epopea di Fafhrd e del Gray Mouser, imperdibile!) nonché un libro fin ora introvabile come Il re che fu, il re che sarà. Il ciclo completo del Re in eterno di T. H. White. Si tratta di costruzione ma si potrebbe anche dire ri-costruzione, dato che molto spesso si è attinto alle grandi collane italiane tra cui forse la migliore e la più amata è stata la Fantacollana Nord. Si tratta anche di raccogliere la pesante eredità di chi in passato ha tentato di proporre il mare magnum della letteratura fantastica ai lettori italiani.

Sto pensando ad alcune personalità che non ci sono più, ne cito solo tre: Riccardo Valla, Giuseppe Lippi e Gianni Montanari. Con grande preparazione e con altrettanta umiltà Massimo Scorsone ha preso in mano questa collana ormai da qualche tempo e ci sta impressionando positivamente per la cura che applica ai volumi e le scelte non scontate. L’ultimo volume che ci ha stupito è proprio questo Streghe! Che raccoglie ben sei opere di cinque diversi autori e che Scorsone introduce con la consueta precisione e ricchezza di riferimenti. Il volume è costruito come espansione (il contenuto è doppio) di uno storico volume del 1952, Witches three che raccoglieva due romanzi e una novelette: Conjure wife di Fritz Leiber (1943), There shall be no darkness di James Blish (1950) e The blue star di Fletcher Pratt (1952). Tutti e tre i testi sono ripresentati in questo volume e accompagnati da altri tre. Il drago si apre infatti con due romanzi del grande Abraham Merritt, Brucia strega brucia! (1932) e il suo seguito Strisicia, Ombra! (1934) e si conclude con Le streghe di Manhattan di Lyon Sprague de Camp (1978). Che dire dei sei testi presentati in questa grande antologia? Sicuramente i testi più preziosi sono quelli di Fritz Leiber e Abraham Merritt.

Il libro del primo, Conjure Wife, conosciuto finora con il titolo Ombre del male, è un classico intramontabile, adattato ben tre volte al cinema (consiglio La notte delle streghe di Sidney Hayers, 1963) e capostipite di un nuovo genere che poi diventò l’urban fantasy. Ma i due libri del secondo non sono da meno. Merritt, tra i grandissimi del fantastico della prima metà del ‘900, non sempre ricordato a dovere, crea una serie di figure femminili inquietanti e sensuali, affascinanti e sinistre. Completano il volume i testi di James Blish, sempre interessante ed efficace nel descrivere le traumatiche reazioni dei personaggi al sovrannaturale e quelli di Fletcher Pratt e Lyon Sprague De Camp, sicuramente più disimpegnati e pulp (ma non meno gustosi). Decisamente interessante la postfazione di Tiffany Vecchietti, molto competente in fatto di stregoneria. Un testo anche ricco di riflessioni riguardanti la questione di genere nelle storie qui raccolte e che non cela alcune critiche ad alcuni testi, come quello di Fletcher Pratt. Una ventina di illustrazioni a tema stregonesco, datate tra il sedicesimo e il diciannovesimo secolo punteggiano il volume.