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Se scorre il sangue

Autore:
Stephen King
Editore:
Sperling & Kupfer

Il nostro giudizio

Risaliva al 2015 l’ultima raccolta di racconti scritti da Stephen King e, dal Bazar dei brutti sogni, ci separano cinque anni di attesa spesi dall’autore nella stesura di ben sette romanzi. Tra questi The Outsider che, come vedremo tra poco, si inserisce in un percorso narrativo caro all’autore di IT. Nel racconto Se scorre il sangue che dà il titolo al volume, Stephen King rimette in scena, in veste di protagonista, l’audace, timida e coraggiosa detective Holly Gibney alle prese con una nuova specie di mutaforma. In parte diversa da quella conosciuta in The Outsider, ma non per questo meno letale. Un affetto quello nei confronti del personaggio che l’autore confessa nella nota finale al volume, un “primo assolo di Holly”, una storia che la vede al centro della trama e obbligata, suo malgrado, ad affrontare il mutaforma in una sfida tutta personale con le sue più profonde paure. Come ne uscirà spetterà al lettore scoprirlo, in un racconto che riserva più di una sorpresa, a partire dalla singolare identità acquisita dal nuovo outsider.  Se poi seguiamo le tracce del Ratto, terzo racconto della raccolta, affiora in maniera decisa, fin dal titolo, uno dei topos narrativi di King. Una paura intima e personale quella dei ratti che lo accompagna fin dall’infanzia e di cui l’autore non ha mai fatto mistero.

Motore narrativo potente, più volte impiegato da King per dare forma a storie come quella presente nel volume Se scorre il sangue. Spetterà all’alter ego dell’autore, l’aspirante scrittore Drew Larson esorcizzare i propri demoni e mettere in gabbia sia la sua paura della pagina bianca che la minacciosa presenza del ratto del titolo.  Il patto faustiano con il ratto si rivelerà per Larson molto meno innocuo di quanto all’inizio si fosse aspettato. Una nota e un ammonimento per tutti gli aspiranti scrittori. Da segnalare, in questo racconto, l’ambientazione montana, in una baita sperduta in mezzo al nulla, con una tempesta imminente in arrivo e una fottuta paura, per il protagonista, di non portare a termine il romanzo. Ambientazione cara a King quella di località remote come l’Overlook Hotel, o di cittadine sperdute di un’America rurale: basta un incrocio sbagliato per portarti a Salem, una deviazione inaspettata lungo il percorso e rischi di ritrovarti a Castle Rock o, dio ce ne scampi, a Derry quando IT esce dal letargo. In questo caso possiamo parlare di un topos narrativo caro alla letteratura horror in generale che a partire da Lovecraft, con Innsmouth o Arkham, ha sviluppato una topografia ambientata in località immaginarie d’America. Anche nella serialità televisiva di genere horror le piccole città sperdute dell’America meno conosciuta sono tornate alla ribalta come l’ormai celebre Senoia in Georgia, location della serie Tv The Walking Dead e meta degli appassionati di zombie al pari di Bangor nel Maine (città vera e reale) luogo di pellegrinaggio laico per i fan di Stephen King.

Questo gioco di rimandi tra reale e immaginario prosegue anche nei racconti della raccolta Se scorre il sangue dove compare la città di Castle Rock nel racconto Il telefono del signor Harrigan, il migliore della raccolta. Storia di un bambino orfano e di un vecchio milionario a cui legge dei libri. Storia della morte dell’uomo e di un legame tra lui e il ragazzo che andrà avanti per molto, molto tempo. Una storia horror, certo, ma anche e soprattutto, quando ci sono di mezzo ragazzi e bambini nei romanzi di King, un’intensa storia di formazione e di quanto sia difficile separarci dalla nostra infanzia quando si diventa adulti. Il racconto La vita di Chuck è di certo quello più singolare. Si volge in una città colpita da una terribile catastrofe ambientale e nelle cui strade iniziano ad apparire misteriosi cartelli pubblicitari: CHARLES KANTZ; 39 SPLENDIDI ANNI! GRAZIE, CHUCK! L’enigma cresce con il passare delle pagine e i tre capitoli del racconto intrecciano rivelazioni sorprenderti e storie comuni di gente normale alle prese con le difficoltà della vita. Un lato di Stephen King che i lettori non faranno fatica ad apprezzare. Le 500 pagine dei quattro racconti scorrono via con piacevole ed eccitante rapidità, come si addice al maestro dell’horror di Bangor. Nell’attesa del prossimo romanzo di King, consigliamo alcuni ottimi adattamenti cinematografici, lontani anni luce dai raccapriccianti tentativi degli anni Novanta di trasferire le inquietanti atmosfere dell’autore sul grande schermo.