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La sitcom. Genere, evoluzione, prospettive

Autore:
Luca Barra
Editore:
Carocci

Il nostro giudizio

Se c’è un genere di intrattenimento televisivo da sempre trascurato in Italia e talvolta disprezzato dalla critica ma anche da una parte del pubblico più sofisticato questa è la sitcom. Prodotto eminentemente americano e di assoluta centralità nel sistema dei network d’oltreoceano, è stato raramente oggetto di studio accademico nella nostra penisola. Luca Barra è uno di questi pochi e attualmente la penna che può meglio di altri entrare nella macchina produttiva e far comprendere meglio questo particolarissimo prodotto. Barra, già autore di molti libri sulla televisione e sulla serialità e curatore di «SuperTele», la preziosa collana di Minimum Fax dedicata ai media e alle narrazioni TV, aveva già pubblicato Risate in scatola, un libro dedicato soprattutto alla ricezione e alle vicissitudini distributive della sitcom. Ora con questo agile saggio, dal titolo La sitcom. Genere, evoluzione, prospettive, traccia un ritratto per la prima volta completo di questo fenomeno culturale. L’autore parte da una possibile definizione di sitcom mettendo in chiaro fin da subito quanto la semplicità dell’oggetto del libro sia solo apparente.

Poi, da un profilo storico sintetico ma pieno di considerazioni importanti per chi ama lo spettacolo americano, arriva a studiare gli elementi stilistici, linguistici, culturali, retorici e affettivi che danno origine ad alcuni dei fenomeni più duraturi nella produzione audiovisiva. Tra le tante pagine interessanti ci sono quelle dedicate all’analisi puntuale di alcuni elementi caratterizzanti la sitcom, come ad esempio le risate fuori campo, dette in gergo tecnico laughing track. Quest’elemento peculiare della sitcom che la differenzia dagli altri prodotti cinematografici o TV, è stato oggetto delle critiche di molti studiosi in quanto andrebbe a condizionare lo spettatore, forzandone le reazioni. Un intelligente lettore di questo fenomeno, Rick Altman, ne ribalta invece l’interpretazione vedendo nelle risate (spesso provenienti dallo studio dove viene registrato l’episodio di fronte al pubblico) una parte fondamentale della natura della sitcom che con questo accorgimento riesce ad unire coloro che guardano l’episodio (si ride insieme anche se si guarda da soli l’episodio). In una società particolarmente atomizzata come quella americana è chiaro che questa funzione, come altre della situation comedy, risultino di enorme importanza.

Altro capitolo molto interessante riguarda la lunga strada senza successo per costruire una sitcom italiana. Se si eccettua Casa Vianello, che riprendeva in parte gli sketch della coppia Sandra e Raimondo già presentati nei loro varietà e che è analizzata acutamente nel libro insieme alle altre (tra cui la prima in assoluto, Orazio, con Maurizio Costanzo!), non esistono infatti altre sitcom dalla popolarità paragonabile a quelle statunitensi. Un capitolo, questo, utile anche a capire la specificità della nostra industria dello spettacolo e della nostra cultura. Un volume necessario e importante perché permette di comprendere questo prodotto così americano e finalmente entrare nel meccanismo produttivo e nel linguaggio così specifico e a parte di questi oggetti non identificati, che ci fanno ridere e di cui ci affezioniamo per tutta la vita.