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I mattoni della rinascita

Autore:
Han Song
Editore:
Future Fiction

Il nostro giudizio

Che la fantascienza sia un genere profondamente filosofico non è certo una novità. La domanda di senso riguardo all’impatto della tecnologia, e per esteso del sapere nella sua totalità, sulla vita e sulla condizione dell’uomo è scritta nel DNA del genere. Quel che sfugge alle volte, specie fuori dalla sfera d’influenza di quella fantascienza che trova il suo centro nell’occidente anglofono tendenzialmente WASP, è che prendano vita forme particolari del genere, che a una prima lettura superficiale potrebbero addirittura sembrare qualcosa di diverso.

La scrittura di Han Song fa quest’effetto. A volte sembra di non leggere fantascienza. E chi scrive non lo dice in spregio al genere, di cui è grande appassionato, ma per via di un certo senso di straniamento che prova leggendo I mattoni della rinascita, una raccolta di racconti che a volte corre sul filo del surreale e a volte sconfina di peso in certe atmosfere alienanti che ti danno la conferma che il soprannome “Il Kafka cinese” non è per nulla un’esagerazione. Perché gli scenari onirici sono quelli, vicini per davvero all’autore de  Il processo, come del tutto assimilabile è quel modo di fare letteratura che fatto di racconti compiuti, scritti con uno stile pulito, quasi asettico, ma carichi a pallettoni dal punto di vista concettuale.

Han Song parla della Cina ma anche dell’uomo, usa il genere per raccontare la realtà che ha intorno ma anche una condizione esistenziale che è trasversale e comune a chi vive nella contemporaneità. Il profilo della raccolta è alto, altissimo, una scrittura complessa e stratificata che sfrutta i limiti dell’immaginario e della forma scelta per raccontare dando vita a un prodotto estremamente ricco e impegnativo, che ti chiede di alzare l’asticella racconto dopo racconto. I mattoni della rinascita è un libro a scoppio ritardato, che si lascia leggere lentamente per esplodere più tardi, quando il libro è tornato sulla mensola, come un proiettile a espansione la cui forza arriva con un ritardo che non smorza per nulla il suo potere dirompente.