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Elric. La saga

Autore:
Michael Moorcock
Editore:
Mondadori

Il nostro giudizio

Per un appassionato di letteratura fantastica, conoscere la lingua inglese è fondamentale. C’è letteralmente un mondo, al di fuori di quanto non viene tradotto in italiano. Le ragioni che stanno dietro alle scelte editoriali che escludono un patrimonio sterminato di titoli più che validi meriterebbero una lunghissima trattazione a parte, ma sta di fatto che il risultato delle stesse è macroscopico, sia in termini di materiale mai tradotto che di classici che brillano per la loro assenza dagli scaffali delle librerie nostrane per un tempo lungo, a volte troppo. La scelta di Mondadori appare in tal senso in controtendenza: con le Titan Editions e gli Oscar Draghi, la casa editrice sta recuperando diversi titoli significativi: classici moderni (Dan Simmons, Joe Abercrombie), autori fondamentali (Clark Ashton Smith) e contemporanei di grande spessore(Nnedi Okorafor, Nora K. Jemisin), per una biblioteca del fantastico che, presa nel suo insieme, getta uno sguardo sul meglio che la produzione fantasy e fantascientifica mondiale ha da offrire.

Un classico in particolare mancava da troppo tempo nelle librerie italiane: Elric. La saga di Melnibonè, un ciclo fondamentale a opera di un autore tanto iconico quanto poco conosciuto nel nostro paese, Michael Moorcock. Elric. La saga è la punta di diamante della sterminata produzione di un autore che ha lasciato un segno indelebile nella narrativa fantastica mondiale, uno scrittore vulcanico che vanta, tra le altre cose, collaborazioni con gruppi musicali del calibro degli Hawkwind e i Blue Oyster Cult. Elric è un personaggio per molti aspetti archetipico: un antieroe amorale, minato nel fisico, dipendente da sostanze per superare i limiti del suo corpo e, soprattutto, una pedina di un gioco più grande di lui.

Elric è infatti coinvolto in una lotta eterna fra Legge e Caos, forze cosmiche in perenne equilibrio, ed è manovrato da Stormbringer, una spada senziente che si nutre di anime e porta chi la brandisce a compiere il suo volere.  Moorcock è epico e dissacrante al tempo stesso, in totale opposizione con una certa idea mainstream di fantasy che può essersi fatto chi del genere conosce solo l’universo di Tolkien. Moorcock è graffiante nel mettere in scena un mondo feroce e mai consolante, sovversivo sia a livello di approccio al genere, sia più in generale a livello di contenuti.  Un recupero più che doveroso, per un approccio potente e disincantato a un genere che soffre fin troppo di una percezione idealizzata (male) da parte del grande pubblico.