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Annotazioni su un caso delicato

Autore:
Michael Robert Michon
Editore:
Castelvecchi editore

Il nostro giudizio

Annotazioni su un caso delicato di Michael Robert Michon è un inusuale giallo psicologico, in cui la narrazione non è incentrata sui tipici elementi dell’opera investigativa ma si focalizza invece sull’approfondimento delle motivazioni e dei sentimenti che muovono le azioni dei personaggi. Perfino la risoluzione del mistero intorno a un suicidio, che forse è un omicidio, non è il nucleo principale del racconto; ciò che interessa all’autore è di seguire il suo protagonista, l’ex detective Sergio Segre, e di mostrare come egli si inabissi nei meandri di una mente sofferente e confusa e ne riemerga trasformato, in una sorta di transfer in cui il dolore della vittima diviene anche il suo, in cui l’esperienza di vita altrui rifletta la sua. Sergio si ritrova a indagare su un caso dopo cinque anni di pausa dalla sua professione di detective; ci troviamo a Bergamo, una ricca provincia ammantata di perbenismo, dove le apparenze contano enormemente di più della sostanza.

Il commissario Triulzi lo ha coinvolto in questa indagine intorno alla figura di un imprenditore di successo, Giorgio Valdameri, che ha posto fine alla sua vita gettandosi da una cascata. Triulzi non è però convinto della tesi suicidaria, ed è persuaso dall’idea che si tratti di un omicidio ben mascherato; Sergio fa al caso suo: è un detective astuto, che sa bene come muoversi. L’investigatore comincia a indagare partendo dalla famiglia di Giorgio: persone benestanti e con la puzza sotto il naso, tra i quali gli è subito palese che non ci fossero dei legami basati sull’affetto ma più sulla convenienza. Gelosia e risentimento sembrano essere i pilastri su cui si regge la famiglia Valdameri; approfondendo la personalità di Giorgio, il protagonista si rende conto che egli fosse l’unico tra loro che possedesse umanità: un carattere sensibile e probabilmente fragile, che aveva dato tutto agli altri, non ottenendo niente in cambio.

Nel corso dell’indagine, Sergio comincia a vacillare: non riesce a decidere se si tratti di omicidio o suicidio, e soprattutto inizia a immedesimarsi troppo intensamente in Giorgio, tanto da avvertire sulla sua pelle il disagio che egli aveva provato finché era in vita. Egli comprende come l’unico modo di arrivare alla verità non sia attraverso l’indagine delle cause esterne che hanno portato alla morte dell’uomo, ma  mediante l’analisi della sua interiorità e dei suoi tormenti. Sergio scopre segreti che, forse, dovevano rimanere tali ma ormai non può più fermarsi: Giorgio guida i suoi pensieri e le sue azioni, e alla fine, quando cadranno le maschere, per lui non ci saranno più dubbi.

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