La censura e Le regole del delitto perfetto

C'è un solo imbecille al comando...
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Lasciamo pure da parte il fatto che a noi Le regole del delitto perfetto – Stagione 1 non abbia fatto impazzire. Perché qui non è questione di prodotto bello o brutto, interessante o noioso. Qui è questione, per l’ennesima volta, di censura.

Di censura greve, becera, stolta, ignorante, ammesso e non concesso che possa esistere una forma di censura non meritevole di queste aggettivazioni. Il fatto: Rai2, canale nazionale sovvenzionato dai soldi del canone che ogni cittadino in possesso di apparecchio televisivo o di apparato ad esso equipollente, è tenuto a versare, manda in onda in chiaro, venerdì scorso, 8 luglio, in prima serata, il serial ideato da Shonda Rhimes: Le regole del delitto perfetto. Nel gruppo dei giovani protagonisti, studenti di legge, che affiancano l’avvocato e loro insegnante Viola Davis nella risoluzione dei casi giudiziari più complessi, c’è anche Connor (Jack Falahee), belloccio, arrivista e omosessuale che vive una liaison con un giovane informatico, Oliver (Conrad Ricamora). Quindi, abbracci, baci e scene tra le lenzuola. Perché, nel caso lo si ignorasse, anche i gay scopano, come gli etero.

Chi vede la puntata di venerdì scorso di Le regole del delitto perfetto, però, la scena di sesso tra Connor e Oliver non ce la trova. Nemmeno un bacio tra i due. Che è successo, ohibò? Lo si capisce il giorno successivo, quando scoppia il caso e si apprende dai media che la Rete di questa censura non sapeva nulla; anzi, che non si è trattato affatto di censura, diciamo così, istituzionale, ma dell’iniziativa privata di un funzionario – maschio o femmina non si sa – che motu proprio, approntando la versione di questa puntata del serial, ha ritenuto opportuno levare il sesso gay giudicandolo evidentemente troppo forte, quindi scandaloso, quindi offensivo per il pubblico generalista che alle nove di sera sta di fronte al teleschermo. Non ci vuole molto ai vertici Rai per rendersi conto della cazzata commessa e avallata dal fatto che questo episodio cut è stato mandato in onda e non è rimasto nel cielo delle idee balzane di un censore, così corrono ai ripari e programmano per domenica sera, cioè ieri, la trasmissione dell’episodio in forma integrale. Intanto, però, la notizia ha fatto il giro del mondo e sui social produttori, ideatori e attori del serial hanno stigmatizzato e compatito quanto accaduto. E l’Italia del 2016 non ha perso l’occasione di fare l’ennesima figura barbina di fronte al resto del pianeta.

La conclusione è che l’estro di un singolo imbecille, represso, verosimilmente cattolico di stretta osservanza, pagato con i denari che il contribuente versa alla televisione di Stato, quindi con i vostri, con i nostri danari, è libero di decidere che cosa è bene e che cosa è male, che cosa va visto e che cosa no. Una volta, perlomeno, sapevi che la censura era nelle mani di più individui seduti in consesso ed era sempre possibile che qualcuno meno imbecille tra loro potesse esserci. Oggi – sarà forse questione della spending review – siamo invece nelle mani di queste schegge uniche e impazzite di imbecillità.