Kaleidoscope

Il film di Hitchcock che ci sarebbe piaciuto vedere

Tutto sembra sia cominciato nel 1954. Durante quell’estate, mentre girava Caccia al ladro, Alfred Hitchcock lesse e si innamorò del romanzo di Henry Cecil No Bail for the Judge, pensando che avrebbe potuto essere il soggetto del suo film successivo. Era la storia di un giovane avvocatessa che con l’aiuto di un ladro gentiluomo cerca di scagionare suo padre, un giudice dell’alta corte, dall’accusa di avere ammazzato una prostituta. Hitch voleva Audrey Hepburn come protagonista, Laurence Harvey nel ruolo del ladro e John Williams in quello del padre. Samuel A. Taylor, che avrebbe poi lavorato su La donna che visse due volte e Topaz, scrisse la sceneggiatura, prevedendo che l’eroina, a un certo punto, fingesse di essere una prostituta e venisse quasi violentata, a Hyde Park, da un maniaco che infieriva su di lei tentando di strangolarla con una cravatta. Nel testo letterario d’origine questo non c’era. E c’è chi sostiene che fu, appunto, una situazione del genere, troppo scabrosa, a spingere la Hepburn a rifiutare la parte. Ma, verosimilmente, si trattò di una concausa, subordinata alla scoperta, da parte dell’attrice, di essere incinta del figlio Sean. Per Hitchcock, che aveva concepito il film su di lei, senza la Hepburn non avrebbe avuto senso portare avanti il progetto. E No Bail for the Judge si arrestò nel limbo delle cose incompiute.

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Salto in avanti nel tempo, alla metà degli anni Sessanta, in un momento – dopo i tonfi commerciali (e critici) di Marnie e di Il sipario strappato – in cui la stella di Hitchcock sembrava volgere al declino. Al regista, memore di quel film che aveva abbandonato, torna la voglia di portare sullo schermo qualcosa di cruento e di decisamente forte, che incroci omicidi seriali e necrofilia. Il titolo, bellissimo, sotto il quale germoglia questa idea è Kaleidoscope. Il primissimo nucleo del tutto è un soggetto che Hitchcock deposita alla fine del 1964, cercando di coinvolgere Robert Bloch nella scrittura della sceneggiatura. Ma Bloch, l’uomo che pure ha immaginato Psycho, si rifiuta, perché ciò che stavolta il regista intende mettere in scena, ispirandosi alle figure di famigerati serial killer inglesi come John George Haigh, John Christie e, soprattutto, Neville Heath, gli sembra troppo estremo. Segue un balletto di nomi di altri sceneggiatori, intorno a Kaleidoscope, da Samuel Taylor ad Alec Coppel, fino ad arrivare al vecchio Benn W. Levy, che si mise a lavorare al copione per diversi mesi, in America (a un certo punto avrebbe pensato anche di cambiare il titolo del film in Waters of Forgetfulness, vista la pregnanza dell’elemento acquatico nella storia). Ma Hitchcock non fu soddisfatto di questa sceneggiatura e, tentate altre strade con Howard Fast e Hugh Wheeler, alla fine lasciò che il progetto andasse inevitabilmente a naufragare.

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Kaleidoscope era imperniato su un giovane culturista gay, assassino seriale di giovani donne che scatenano il suo odio e la sua follia omicida in contesti legati all’acqua. La prima scena di uccisione, che secondo alcuni biografi di Hitchcock sarebbe stata una delle cose più violente e brutali viste fino a quel momento al cinema, avveniva nei pressi di una cascata. Altre due grandi sequenze di morte erano previste all’interno del relitto di una nave e in una raffineria di petrolio. Il collegamento con No Bail for the Judge sarebbe consistito nella figura di una poliziotta che agiva da esca per il killer. E nella situazione critica  in cui la donna si veniva a trovare, esattamente come sarebbe successo alla Hepburn nell’altro film. Si sa che, richiesto di un giudizio sullo script di Kaleidoscope, François Truffaut sconsigliò Hitchcock di proseguire nel progetto, giudicandolo troppo violento ed eccessivamente spinto nella rappresentazione del sesso. Abbiano o non abbiano pesato queste opinioni, il regista di Psycho abbandonò alla fine l’ipotesi del film, “spaventosamente scuro” e il cui stile Hitchcock immaginava molto asciutto, essenziale ma altrettanto innovativo, “sulla linea di Blow up di Antonioni”. Di Kaleidoscope – che attraverso una serie di peripezie portò successivamente Hitchcock a convergere su Frenzy (e Frenzy era uno dei possibili titoli pensati per questo film mai fatto) -, sopravvivono diverse fotografie di pre-produzione, scattate durante una prova della sequenza iniziale alla cascata e dell’omicidio a bordo della nave. Così come ci sono pervenuti alcuni test-footage, con interpreti ignoti e senza audio.