Intervista a Léonie Bischoff

A colloquio con l'autrice di Princesse Suplex
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Stefano Tevini ha incontrato per Nocturno Léonie Bischoff, autrice di Princesse Suplex, edito da MalEdizioni

Buongiorno Léonie. Vorresti presentarti ai lettori di Nocturno? Qualche parola su di te come autrice e sulla tua opera.

Buongiorno Stefano! Sono un’autrice di origini svizzere che da diversi anni vive a Bruxelles, e che lavora in uno studio con altri illustratori. Princesse Suplex è la mia prima opera solista, e nel frattempo ho realizzato un fumetto d’avventura a tema Voodoo (Hoodoo Darlin’), e una serie di tre adattamenti di romanzi polizieschi di Camilla Läckberg (La principessa di ghiaccio, Il predicatore, Lo scalpellino)

Princesse Suplex è un racconto sul wrestling che mette in evidenza una certa conoscenza della disciplina. Come fai a conoscere il wrestling? Si tratta di semplice passione o sei salita sul ring?

Purtroppo non sono mai salita sul ring… ho tratto ispirazione da film e fotografie, in particolare da una serie di immagini che ritraevano madri di famiglia inglesi mentre combattevano indossando i loro vecchi costumi da bagno, per puro piacere e senza complessi! Un’altra influenza è stata il fumetto Love and Rockets, in cui la zia della protagonista è una lottatrice. Ho studiato la meccanica delle diverse prese, ne avevo davvero bisogno per capirne il movimento prima di decidere le inquadrature e trovarne i momenti più dinamici. Ammetto che l’idea di cominciare ad allenarmi mi ha attraversato la mente più di una volta, ma non sono una sportiva e ho paura per la mia mano destra, che mi serve per disegnare!

I personaggi di Princesse Suplex rappresentano molto bene la doppia vita di superstar sul ring e ragazze con i loro piccoli problemi quotidiani nel backstage. Hai preso a modello qualcuno nella vita di tutti i giorni?

Quando stavo disegnando questa storia, lavoravo come commessa alla libreria della Fnac di un quartiere chic di Parigi, e i miei clienti erano spesso persone molto sgradevoli. Avevo l’impressione di condurre una doppia vita, tanto che dovevo reprimere la mia personalità per evitare di reagire e restare quel che si può definire “una buona commessa”. Molti dei miei colleghi avevano una produzione artistica che, di fatto, era la loro vera vita, ma come me dovevano passare la giornata a lavorare come commessi per guadagnarsi da vivere, senza che né i clienti né i nostri superiori sapessero di questa seconda vita di certo più interessante… Gabi è tutto questo portato all’estremo!

Quali autori ti hanno influenzato maggiormente?

Sono cresciuta negli anni 80 e 90, e ho avuto la fortuna di avere genitori amanti del fumetto. Ho amato moltissimo Thorgal, i libri di Loisel, di Bilal e di Bourgeon. Cose molto classiche! Molto più tardi ho scoperto il fumetto indipendente, più sperimentale, ho letto e riletto Donjon, di Trondheim e Sfar, e sono una grande fan dell’opera di Cristophe Blain.

Che progetti hai per il futuro?

Ho appena iniziato l’adattamento di un romanzo western. Non ho ancora messo la firma sul contratto, quindi non mi sbilancio nel parlarne, ma è davvero entusiasmante! Mi piacerebbe poi rimettermi a scrivere le mie sceneggiature, ma per me è più difficile che disegnare. Ho anche un progetto per ragazzi ma, come per il western, è ancora un po’ troppo presto per parlarne. Grazie mille di esservi interessati al mio lavoro!