Intervista a Claudia Nicolazzo

Quattro chiacchiere con l'attrice regina di Cuori

Prima di arrivare a parlare di Cuori, volevo che mi spiegassi, che mi raccontassi un po’ come è stato il tuo percorso, l’avvicinamento alla recitazione, al mondo dello spettacolo… Tu sei giovanissima tra l’altro.

Non giovanissima, 27 anni… mediamente giovane (ride).

Mediamente giovane, ok. Come è scattato questo innamoramento per la recitazione?

Ho iniziato a quindici anni a fare teatro, facevo i corsi, quelli doposcuola.

A Milano?

A Milano, sì. Ero timidissima, quindi facevo anche fatica ad andarci, per me era proprio una sfida. Poi improvvisamente, dopo il liceo, ho deciso di volerlo fare come mestiere. Però poi non mi hanno preso nelle Accademie, perché avevo provato le accademie, e quindi, intanto, mi sono laureata in storia. Ma nel frattempo ho iniziato a fare provini da sola, perché non avevo un’agenzia: quelli online, quelli per i cortometraggi indipendenti, queste cose qua. Ho fatto qualche cortometraggio…

C’è un cortometraggio, di parecchi anni fa, che si intitola Vitriol, quello dove c’è di mezzo una ragazza che viene uccisa con dell’acido, giusto?

Era un corto della Civica, sì: la ragazza che viene trovata in una grotta, sì. Sì, ero io.

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Questo me lo ricordavo perché l’avevo visto, era una cosa anche abbastanza esoterica, c’era di mezzo la cabala, queste cose qua…

Sì. questi cortometraggi li facevo così, erano delle circostanze che accadevano e quindi… Ovviamente facevo tutto quello che mi capitava, e sono state belle esperienze, ho conosciuto gente simpatica. Io tutti i giorni mi mettevo davanti al computer, guardavo che casting c’erano, mandavo tutto il materiale.

Ma stavi ancora a Milano? O ti eri già spostata a Roma?

Sì, stavo ancora a Milano. Poi mi sono trasferita a Roma dopo la laurea, nel 2018. A Roma perché lì logisticamente era più facile trovare occasioni di lavoro e anche per dare un po’ una smossa alla mia vita. A Milano, dopo la laurea, ho lavorato pochi mesi alla Rinascente, ho fatto altro insomma, però non sapevo bene dove mettere le mani. Allora mi è stato consigliato di trasferirmi a Roma, e io nel giro di due settimane ho preso e sono andata a Roma. Ci ho messo un po’ ad ambientarmi, però poi ho trovato un’agenzia, e il primo provino che ho fatto con questa agenzia è stato Cuori. Che ho preso.

Avevi fatto un film, prima di Cuori, giusto?

Sì, Quando sarò bambino. Adesso è su Amazon prime… L’avevo girato nel 2015, perché avevo fatto dei corsi, dei workshop con Sergio Rubini e i produttori di questi workshop poi avevano fatto questo film. Ha avuto problemi a trovare una distribuzione, perché è un film molto per famiglie, per bambini, a episodi, ambientato in diversi periodi, in diverse epoche. È uscito una settimana al Cinema Aquila, nel 2018.

Tu avevi già frequentato i set dei cortometraggi, eccetera, però immagino che l’impatto con un set di un lungometraggio… come è stato?

Beh, non vedevo l’ora. Poi gli attori vengono proprio coccolati. È stato bello, mi piace molto il set.

Parliamo di Cuori. È una storia imperniata sul periodo pionieristico della cardiochirurgia. Tu sei una ballerina che però ha un problema cardiaco e ti affidi alle cure di questi luminari. Spiegami un po’com’è la struttura un po’ di Cuori. Che tipo di fiction è?

Cuori è un melò, direi. Ha proprio il ritmo del melò. C’è questa storia di un gruppo di medici che fanno ricerche sul trapianto, sul cuore artificiale… però poi il tono è proprio quello del melò.

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Intrecci sentimentali, cose di questo genere…

Sì, ogni personaggio ha qualcuno che gli piace, ha qualche triangolo con qualcun altro, io stessa ce l’ho, quindi… Poi sì, il mio personaggio è un’operaia, che studia di nascosto dai genitori per fare la ballerina, vorrebbe andare all’Accademia di Roma a fare danza, però poi questo problema glielo impedisce. E passa praticamente tutte le puntate in ospedale.

Come ci si prepara per un ruolo del genere? Che tipo di approccio hai avuto rispetto a questo personaggio?

Calcola che io i copioni li ho avuti molto tardi, proprio a ridosso dell’inizio delle riprese, però… Non lo so, cercando di immedesimarmi… anche, poi, il fatto che lei fosse una ballerina… e io non sono una ballerina, ho sempre fatto ginnastica artistica, che è molto diverso. C’è stato anche il lockdown di mezzo, ed è stato tutto posticipato… Avremmo dovuto iniziare a marzo 2020, poi, ovviamente, si è bloccato tutto, e abbiamo iniziato a settembre. Passai dall’essere felicissima a dire “Oddio, magari non si fa più, magari ci ripensano, perché non sono una ballerina!” (ride). Studiavo molto di volta in volta, anche perché poi mi concentravo scena per scena, cercando di immedesimarmi nella sua condizione: lei vorrebbe fare, si sente tanta energia ma poi non riesce per via dei problemi al cuore. Infatti spesso dice “Voglio alzarmi, sto bene”. E invece deve stare a letto, costretta. Ci sono stata anche io costretta a letto, perché comunque per girare tante scene sono stata veramente distesa a letto per un sacco di tempo, quindi l’ho capita un po’.

L’hai vissuta sulla tua pelle.

L’ho vissuta, sì.

Cuori mi pare di capire che fosse la prima cosa veramente grossa che hai fatto. E qui come è stato il set? Ti sei anche qui sentita coccolata o era diverso rispetto al film che avevi girato?

Sai, nella fiction sei “buttata in pasto” a quel sistema, nessuno si sofferma tanto sulle tue scene, sei proprio un ingranaggio di una macchina. Nelle fiction hanno moltissimo da girare, i ritmi sono sostenuti, quindi devi fare tutto da sola. Però è stato formativo, direi. Poi, io, comunque, ho la mentalità molto soldatesca, in questo mi ha formato anche la ginnastica artistica. È una cosa che penso sia stata apprezzata dal regista, che è uno molto sbrigativo, anche lui. Bravo, molto bravo, Riccardo Donna.

Ma a te piacciono le fiction? Le segui, le vedi, o sei più una spettatrice da cinema, da film?

Io sono più da film, da cinema, sicuramente. Le fiction non sono mai la mia prima scelta, però quando mi ci metto, alla fine le guardo volentieri. Magari mia mamma le guarda, e io mi siedo a vederle con lei. Poi dipende ovviamente dalla fiction. Però ci sono diverse fiction che mi hanno preso.

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Però tu sei di base una spettatrice da film, ti piacciono i film. Ma che tipo di film? Hai un genere?

Non saprei. Mi piacciono quelli che parlano della realtà, delle persone. Quelli veri. O anche quelli che non guarda nessuno, quelli un po’ strani. Un film che ho visto al cinema quest’estate, che mi era piaciuto molto, era un film rumeno, si chiamava Sesso sfortunato e follie porno, ed era stranissimo, bellissimo.

Peccato che in Italia film del genere non… non se ne fanno.

Eh, lo so purtroppo, lo so.

D: Ecco, una cosa che mi incuriosisce: visto che tu bazzichi, vedi i backstage, gli ambienti, sei un’attrice d’altra parte… che aria tira in Italia secondo te? La tua esperienza diretta come attrice… com’è l’atmosfera? Non è un segreto che il cinema italiano sia abbastanza, come dire, in defaillance rispetto a tante altre cinematografie che producono… ma in Italia il dietro le quinte com’è? C’è voglia di fare oppure si fanno cose perché vabbè, si fanno, funzionano e quindi… che tipo di ritratto potresti fare, tu, dall’interno, di questo mondo?

Allora, in questo momento non sono molto all’interno perché ho finito a marzo e non ho fatto altri lavori per ora. Però io credo ci sia voglia. Dipende di chi si parla, però la voglia di fare c’è. I giovani hanno tanta voglia di fare, di mettersi in gioco… poi sì, dall’altro lato ci sono sempre cose che funzionano e che vanno avanti per tanto tempo, che magari non ti spieghi, io non me le spiego, però poi invece funzionano per altri tipi di spettatori, quindi rimangono lì. Però io credo ci sia voglia di fare cose nuove. Io avrei voglia.

Mi hai detto che hai finito di girare Cuori a marzo. Progetti, mire, ambizioni in questo momento?

Sto aspettando il risultato di un provino che ho fatto ma per ora nulla di concreto ….

La vita di un attore, di un giovane attore, che si accinge, che sta cercando di emergere non credo c sia molto facile.

No, no.

Forse più oggi che in passato, perché vabbè, in passato si facevano una miriade di film, quindi bene o male… oggi forse è più difficoltoso.

Oggi in realtà si fanno tantissime cose, ci sono tantissimi progetti, poi ci sono pure le serie, quindi ci sono tantissime cose.

Ma è più difficile entrare?

Ma no… non lo so. Ci sono alcune persone che sembra entrino facilmente senza nessuno sforzo e ci sono altre persone che invece si fanno il mazzo e non riescono mai a concludere nulla. È comunque una vita in cui speri, in cui sei sempre lì che speri che ti arrivi la mail, la chiamata. È una vita un po’ difficile. Poi spero che una volta che si ingrana…

Contano le conoscenze, Claudia? Gli agganci, le maniglie, eccetera, o… no? Penso di sì.

Sicuramente contano, però non sono, secondo me, fondamentali. Cioè, puoi riuscire anche senza. Conta la fortuna, secondo me. La bravura, in percentuale… però conta essere fortunati, avere il ruolo per te nel momento giusto.

All’estero non hai mai pensato di tentare?

Mi piacerebbe molto lavorare all’estero. Mi piacerebbe moltissimo. Anche perché parlo bene le lingue. Parlo bene l’inglese, parlo lo spagnolo, parlicchio il tedesco e il francese, quindi mi piacerebbe moltissimo.

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Ma lì come funziona, Claudia? Nel senso, è più difficile riuscire ad entrare, fare provini, hai tentato anche questa strada o per il momento ti stai concentrando sulle cose italiane?

Vorrei entrare in un’agenzia spagnola, manderò il mio materiale, ma anche lì non so bene che agenzie. Magari andrò a Madrid a fare un giro delle agenzie. Mi piacerebbe molto entrare in un’agenzia a Londra, però vogliono che tu viva lì. Tramite la mia agenzia italiana per il momento non ho fatto provini internazionali.

Tu ti riguardi? Ti piace rivederti? E soprattutto ti piaci, poi, quando ti rivedi sullo schermo? Che rapporto hai con la tua immagine?

Allora, il primo impatto è sempre difficile, poi dopo un po’ mi abituo e… stranamente riesco ad essere abbastanza oggettiva. A volte mi piaccio, a volte dico “mah, potevo dirla meglio”… no, riesco più o meno. Quando sono apparsa la prima volta, proprio in Cuori, mi sono molto imbarazzata, sono diventata proprio rossa.

Si campa oggi con il mestiere di attore in Italia? Si riesce a vivere?

Allora… se riesci a lavorare, a fare anche due progetti l’anno… se io facessi due progetti l’anno come Cuori vivrei benissimo. Poi la fiction paga bene, la Rai paga bene.