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Blue movie

DVD

Il nostro giudizio:

Blue movie – su dvd RaroVideo del 2014 – era un film “contro”. Contro cosa? Contro i film a luci rosse, che in America e in altre parti del mondo erano definiti blue movie, “pellicole blu”. Invece, i pornofili accorsero e il film di Cavallone costato due lire, nato per scommessa, girato in poco più di una settimana, fu un piccolo successo. Non c’è modo di sapere cosa esattamente gli spettatori vedessero proiettato sullo schermo: i dettagli pornografici sono parte essenziale del film, ma la questione è solo una questione di quantità e di lunghezza. L’edizione “base”, diciamo così, presentata nel dvd Raro e ricavata da un positivo restaurato – il negativo di Blue Movie pare sia andato perso – comprende handjob e pratiche corporali, evacuatorie, esplicite, di cui le scene inserite negli extra e provenienti da un super 8, illustrano lo svolgimento completo.

La versione soft, che poi in senso stretto soft non è, accenna; le sequenze dal super 8, espongono. Per parlare di Blue Movie bisogna necessariamente pagare pegno a queste cose e nel corredo del dvd si trova tutto ciò che, allo stato attuale delle conoscenze, è recuperabile delle scene alternative. Il resto è un tentativo di entrare un po’ più sottopelle a un’opera complessa che, il fatto che Cavallone considerasse appartenergli più strettamente di altri suoi film, rende ancora più complessa. Perché il regista ci infila le sue idee che non sono mai decrittabili con grande facilità o linearità, e perché Cavallone ama mescolare le cose, confondere le tracce e non vuole essere seguito in maniera semplice. Questo non è entertainment.

L’atteggiamento del regista verso lo spettatore è provocatorio, aggressivo, violento. Anche omicidiario: Cavallone esplode colpi di pistola contro chi sta guardando, fin dai titoli di testa, e anche se dietro gli spari ci hanno letto di tutto, la verità è – probabilmente: l’avverbio va  tenuto lì a temperare le cose – questa. Claudio Marani, il protagonista di Blue Movie, nella featurette Blue extreme racconta un sacco di retroscena del set e ci aiuta a ricostruire qualche tassello in più del puzzle spesso irricomponibile della vita (artistica) di Alberto Cavallone.