Giallo Berico: intervista ad Antonio Tentori

Lo scrittore e sceneggiatore capitolino presente in entrambe le giornate della rassegna
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Tra i numerosi ospiti di Giallo Berico, la due giorni dedicata al thriller che si svolgerà il 18 e il 19 febbraio 2022 a Ponte di Barbarano (Vicenza), organizzata da Shatter Edizioni con la partecipazione di Massimo Bezzati, non poteva certamente mancare uno dei nomi di punta della casa editrice vicentina, ma anche della scena italiana: Antonio Tentori. Lo scrittore e sceneggiatore capitolino sarà infatti presente in entrambe le giornate della rassegna, che alla sua prima edizione dedica la prima giornata al tema dell’omicidio seriale, mentre la seconda al giallo all’italiana. Abbiamo rivolto qualche domanda a Tentori a seguito della diretta Facebook di Shatter Edizioni durante la quale ne è stata annunciata la partecipazione.

Antonio, sarai tra gli ospiti di Giallo Berico, una rassegna che rende omaggio al genere thriller. Quali sono i tuoi riferimenti principali in questo genere, sia cinematografici che letterari?

Per quanto riguarda il cinema italiano senz’altro Argento e Fulci. Poi Hitchcock e De Palma. Per la narrativa amo Cornell Woolrich e, tra i contemporanei, Thomas Harris e James Ellroy. Senza dimenticare il maestro di tutti, Edgar Allan Poe.

In qualità di sceneggiatore, sei particolarmente attivo nel genere horror, ma non sono mancate tue incursioni nel thriller puro, giusto?

E’ vero. Per esempio Come una crisalide, esordio alla regia di Luigi Pastore, Nightmare Symphony, un thriller fantastico di Domiziano Cristopharo che rende omaggio a Un gatto nel cervello di Fulci e ultimamente The Slaughter, uno slasher movie di Dario Germani.

Sei noto per essere un grande estimatore del cinema giallo italiano. A tal proposito per Shatter Edizioni, hai di recente dato alle stampe La notte degli assassini. Puoi dirci qualcosa su questo volume?

E’ un libro che celebra il thriller italiano degli anni Settanta, in quanto ritengo che in quel decennio siano stati realizzati i migliori film del genere (senza naturalmente togliere nulla ai decenni successivi). La crudeltà e la visionarietà di quei film (Argento e Fulci, su tutti, ma anche Avati, Martino, Lenzi, Ercoli, Lado, Bido) ancora oggi risulta insuperata.

Reputi importanti i Festival o le rassegne cinematografiche in generale per dare linfa al cinema di genere? 

Assolutamente sì. Negli anni ho sempre frequentato con piacere festival, rassegne e incontri, perché ritengo che siano un ottimo modo per fare incontrare fan, autori e addetti ai lavori e far conoscere film che altrimenti avrebbero poco visibilità.

Cosa bolle in pentola, sia come pubblicazioni che sceneggiature? 

Sto preparando, con il mio amico Roberto Lasagna, un libro su Tenebre di Dario Argento, di cui il prossimo anno ricorre il quarantennale. Per il cinema alcune sceneggiature sono in cantiere, ma è ancora presto per parlarne.