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Ted Bundy – Il male assoluto

Autore:
Alessandro Di Virgilio, Toni Cittadini, Rossano Piccioni
Editore:
Edizioni Inkiostro

Il nostro giudizio

Come lo racconti il male assoluto? Domanda da un milione di dollari, per quanto interessante. Dalla Shoah in poi se la pongono in tanti, e un aspetto interessante contenuto a livello implicito nella domanda è: cosa un autore individua come male assoluto? Il fenomeno dei serial killer, per esempio, nella cultura contemporanea è legato strettamente all’idea di male, a cui si è tentato diverse volte di dar forma attraverso la narrazione, sperimentando punti di vista e chiavi di lettura in grande abbondanza. The Real Cannibal, la collana di Edizioni Inkiostro curata da Luca Blengino, ha come obiettivo un’indagine approfondita del fenomeno attraverso una serie di fumetti di autori italiani dedicati a una serie di figure chiave della storia degli assassini seriali. Nel caso del volume dedicato a Ted Bundy , l’intento di raccontare il male assoluto è presente fin dal sottotitolo, e le soluzioni adottate sembrano adattarsi  in maniera sorprendente al contesto.

Estremamente intelligente e dotato di un carisma rassicurante di cui si serviva per attirare le sue vittime, Bundy fu un assassino pericoloso ed estremamente efferato, con un body count che sfiora la trentina senza contare stupri, violenze e smembramenti vari. Sulla sua figura si è scritto moltissimo e sulla sua associazione indissolubile all’idea di male non sembra esserci dubbio. Alessandro Di Virgilio parte da qui e opta per la soluzione del racconto non lineare, frammentato, che alterna le testimonianze alle short stories che raccontano le imprese di Bundy in maniera rapida e quasi autoconclusiva. La narrazione è discontinua, a singhiozzo, quasi a voler rinunciare alla possibilità di dare un senso a qualcosa di tanto terribile e profondo. L’effetto è straniante ma potente, una narrazione cruda e del tutto anti didascalica che coglie perfettamente nel segno.

Ottimo il tratto di Toni Cittadini, che rappresenta l’efferatezza senza pudori ipocriti pur evitando abilmente ogni forma di compiacimento che, il più delle volte, rischia di risultare spiacevole e morbosa. L’atmosfera che il disegnatore mette sulla tavola è quella di una violenza latente e sempre pronta ad esplodere che ricorda molto i libri di Ballard e i film del primo Cronenberg, pur virando verso una brutalità spartana e senza fronzoli nei momenti in cui gli omicidi sono effettivamente rappresentati. Ted Bundy – Il male assoluto è un gioiellino che forse non dice nulla di nuovo su uno dei serial killer più famosi di sempre, ma lo racconta decisamente bene.