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Slots

Autore:
Dan Panosian
Editore:
Saldapress

Il nostro giudizio

Il registro è parte integrante di un fumetto quanto le matite, le chine e la sceneggiatura. Per certi versi, diciamo pure in maniera più marcata e al contempo meno limitante che in altri media, è uno dei fattori distintivi di un’opera, uno degli aspetti che definisce l’unicità di una storia in una forma di espressione che più di tante altre sembra in gradi di accogliere tutti i generi e tutti i registri con pari dignità.

Dan Panosian fa in tal senso un lavoro interessante con il suo Slots, un noir molto americano che ribalta il gioco non violando le regole a livello di struttura, ma ribaltando la prospettiva con un tono leggero, quasi da commedia che pervade la narrazione alleggerendo l’opera in maniera disarmante. Vendette, rancori, famiglie disfunzionali e pericolo imminente vengono stemperati da una scrittura svagata, ironica e ricca di momenti comici senza mai, tuttavia, sconfinare nel parodistico tout court.

A dire il vero una regola, una sola, viene violata ma forse nemmeno, nel senso che il meccanismo viene rispettato ma in maniera rovesciata rispetto a quanto ci si aspetterebbe. Non entro nel merito per non fare spoiler, ma una volta individuato il passaggio se ne potrebbe discutere per ore.
Il risultato è come minimo godibile, una lettura che scorre liscia come l’olio, consapevole del fatto di essere puro intrattenimento senza grosse pretese, solida sia come scrittura sia a livello grafico, Panosian si rivela capace come autore completo, partendo da un tratto graffiato e spigoloso che ricorda Howard Chaykin pur smussandone gli angoli nel trasmettere attraverso le tavole quella leggerezza svagata che caratterizza la sceneggiatura di Slots. Una commedia noir che non sfigurerebbe al cinema.