L’ironia, in narrativa, è salvifica. Permette di trattare ogni genere in maniera efficace, a patto che la si sappia usare, il che non è niente affatto semplice, nel momento in cui essa mostra le corde dopo un periodo di intenso sfruttamento. Per certi versi, si può dire che la rilettura ironica, insieme alla parodia comica e alla parodia porno, sono indici del fatto che un filone è popolare. In tal senso la fantascienza è popolare, seppur a fasi alterne, dalla propria nascita, parte integrante di un periodo fiorente per quanto riguarda la cultura popolare come intrattenimento di massa.

Certo, il genere è estremamente ampio e le idee possibili sono numerose, ma in una produzione massiccia come quella contemporanea, fra cinema, fumetti, videogames e letteratura, il rischio di esaurire almeno temporaneamente il carburante non manca. Paul Jenkins lo sa. Paul Jenkins è uno sceneggiatore capace. Paul Jenkins con la rilettura ironica del genere non se la cava affatto male. Replica, il suo ultimo lavoro, poggia su un’idea forte e ricca di potenziali situazioni divertenti contaminandola con dinamiche che favoriscono una narrazione altamente ritmata come quelle del buddy movie poliziesco dando vita, entro un’ambientazione caotica quanto basta e anche di più, a un prodotto godibile, un fumetto divertente che si legge al volo e intrattiene senza pretese.

Funzionale alla narrazione, il tratto di Andy Clarke è solido nella strutturazione delle tavole e ben dettagliato pur senza riservare grosse sorprese, al pari della scrittura di un Jenkins che si dimostra un ottimo professionista pur senza aver ancora fatto il colpaccio che lo consacra fra i grandi. Quattro risate si fanno sempre volentieri.