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Pazzia

Autore:
Jioke
Editore:
Edizioni BD

Il nostro giudizio

La profondità dell’integrazione degli stilemi dei manga nel nostro immaginario di lettori occidentali si misura anche da quanto gli autori di fumetti assorbono dai colleghi giapponesi con una rielaborazione di qualità variabile, dalla scopiazzatura alla contaminazione positiva. Fatto sta che sugli scaffali delle fumetterie ci sono volumi italiani che più o meno si avvicinano ai manga: nulla di esotico, quanto piuttosto un filone pressoché canonizzato. In questo contesto si muove Jioke, nom de plume di Giovanni Dell’Oro che, dopo essersi fatto notare con il volume autoprodotto Racconti di intima follia, torna a pubblicare, questa volta per i tipi di Edizioni BD, un volume di short stories horror che esplorano il lato oscuro della mente umana dal titolo semplice ma eloquente: Pazzia. I racconti del volume sono brevi e fulminanti, riescono a dire tutto quanto nel breve spazio delle poche pagine concesse, lasciando al lettore un buon senso di compiutezza.

Storie di violenza, di discese nella follia o di angoli pericolosi della nostra società dove le regole non valgono, e se non stai per compiere un atto di violenza la preda sei tu. La scrittura rapida e compatta di Jioke si accompagna a un segno grafico schizzato, spesso volutamente abbozzato che funziona molto bene dando ai racconti quel tocco di atmosfera nervosa che carica la molla il giusto prima dell’esplosione finale su cui sono solitamente costruiti. Pazzia sceglie un linguaggio molto pop con l’obiettivo (raggiunto) di intrattenere, senza voler affondare le mani fino al gomito nella materia alla maniera chirurgica, e qualcuno potrebbe aggiungere insostenibile, di Miguel Angel Martin. Pazzia resta su binari molto, molto più tranquilli e digeribili, senza indugiare sul gore e dosando i momenti disturbanti a quanto è necessario e nulla più.