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Ossario

Autore:
Lorenzo Pelloni
Editore:
Feltrinelli

Il nostro giudizio

Il percorso autoriale di Lorenzo Palloni è segnato da una serie di opere importanti che vanno a costruire una carriera artistica solida per un artista europeo che ha già finito da un pezzo il periodo in cui si ha qualcosa da dimostrare e, se da una parte continua a produrre, dall’altra ha cominciato a raccogliere il materiale prodotto in passato. Ossario è un’opera che guarda in tal senso al lavoro di Palloni, nella forma di un’antologia che comprende parte delle sue short stories a fumetti realizzate nel corso degli anni. Non a caso il volume è edito per la collana Feltrinelli Comics, non tanto per il fatto che la pubblicazione per una major faccia da sola lo spessore dell’autore ma, per quanto Palloni continui a lavorare con un collettivo indipendente, Mammaiuto, e con case editrici specializzate, si può dire che non appartenga più alla scena underground, ma gli siano state riconosciute quantomeno le possibilità per fare un colpo importante nel mainstream, un colpo che a questo punto aspettiamo con curiosità.

Nel frattempo ripassiamo la lezione con Ossario, un volume adatto ai neofiti dell’opera di Lorenzo Palloni, in quanto vera e propria fototessera del lavoro dell’autore: un fumettista completo e solido a tutto tondo, tanto nella scrittura quanto nel disegno. I racconti presenti nel libro seguono una linea generale che, in qualche modo, tende a ripetersi ma questo non toglie varietà alla proposta, casomai conferisce un’unitarietà che rende la lettura fluida ed evita quel senso di singhiozzo fra una short story e l’altra. La costruzione, a livello di scrittura, è per lo più bilanciata accumulando il peso della narrazione sul finale, che va a risolvere una serie di fili narrativi gestiti con un’armonia che, pur senza rendere la conclusione prevedibile, non lascia dubbi sul fatto che sia sensata. L’atmosfera ha quasi sempre quel gusto che ricorda il duo Miller-Mazzucchelli di Batman Anno Uno, con una particolare vicinanza al lavoro del disegnatore di cui Palloni è un erede nel migliore dei sensi, non copiandolo manieristicamente ma applicandone la lezione con efficacia.

L’errore, per i fan di lunga data di Lorenzo Palloni, sarebbe aspettarsi architetture complesse come quella di Emma Wrong o La fortezza volante: la lunghezza di ogni singola short story presente in Ossario è chiaramente inferiore e l’operazione e, pertanto, anche le aspettative del lettore è corretto che siano differenti, non più basse ma chiaramente orientate a una lettura differente. Un’antologia di racconti funziona spesso come il greatest hits di un musicista: non è sorretta dalla progettualità di un album, ma sintetizza il percorso dell’artista aiutando i neofiti ad assaggiarne i vari periodi, facendosi un quadro d’insieme, e i fan di lunga data a ritrovare alcuni dei momenti migliori di una carriera che già seguono da tempo. Poi Palloni non è Carver, nel senso che il punto della sua poetica non è tanto il racconto breve, che comunque padroneggia, quanto piuttosto un volume lungo, in tal senso Ossario va visto più come un antipasto per aprire lo stomaco che una portata principale.