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Motor Girl

Autore:
Terry Moore
Editore:
Bao Publishing

Il nostro giudizio

Da sempre, la delicatezza è la cifra di Terry Moore. Di fronte a storie profondamente diverse fra loro quali Echo e Strangers in Paradise, l’autore affronta la narrazione con una scrittura profondamente gentile e in punta di penna, entrando nella vita e nella psiche dei propri personaggi quasi come se maneggiasse bambole di ceramica piuttosto che personaggi di finzione.

Motor Girl non è da meno. Il lavoro che Moore compie nel suo ultimo fumetto è quello di spogliare Samantha, la protagonista, di tutti gli strati di una psiche strutturata come una cipolla, in cui una serie di difese concentriche aiutano la ragazza, vittima di eventi profondamente traumatici, a vivere la propria vita giorno dopo giorno facendo i conti con ferite, nel corpo e nella mente, in grado di devastare un essere umano. Gentile e delicato, ma allo stesso tempo inarrestabile e senza ripensamenti, Moore porta il lettore al centro di Samantha mettendola a nudo e rivelandoci, con un lavoro di scrittura che va progressivamente in sottrazione, la natura di una protagonista, e della storia stessa, radicalmente differente rispetto a quanto viene inizialmente presentato al lettore. I frangenti di umanità commovente si alternano a momenti di ironia leggera sapientemente dosati per una storia che non cerca lo strappalacrime facile ma che commuove con la delicatezza che caratterizza la penna di Terry Moore.

Il disegno, come sempre nei lavori del creatore di Strangers in Paradise, ha un ruolo ancillare, dimesso, strettamente funzionale a un fumetto consapevole di essere costruito intorno alla scrittura, un segno grafico che esprime più di ogni altra cosa la volontà di rifuggire la spettacolarità in favore di una narrazione che lavora su registri molto più sottili ma, non per questo, meno incisivi. Motor Girl è un’opera pienamente nel canone di Terry Moore, direi nel bene e nel male, ma per me è semplicemente nel bene.